Bonus sicurezza: come proteggere la propria casa da visite sgradite

La Legge di Bilancio 2022 ha confermato la detrazione fiscale del 50% per l’installazione di sistemi antifurto. Gli allarmi, però, non sono l’unico strumento per garantirsi sicurezza e tranquillità.

Un luogo sicuro per definizione, dove ci sentiamo protetti e al riparo dai pericoli esterni. Così è spesso descritta la casa nell’immaginario comune. Ma siamo proprio certi che tutti la pensino in questo modo e che percepiscano la propria dimora come un luogo nel quale pace e serenità non possano essere messe in pericolo? Secondo una ricerca condotta da [1]Censis sono quasi 9 milioni gli italiani che hanno paura di stare soli a casa di notte, il 17,4% dei maggiorenni: due terzi di questi, 6 milioni in valore assoluto, sono donne. I giovani hanno più paura degli anziani: tra di loro la percentuale di chi ha paura sale al 28,7%. Ad aver timore di trascorrere la notte da soli sono oltre 3 milioni di millennials, oltre 4 milioni di quelli che hanno tra i 35 e i 64 anni, mentre gli ultrasessantacinquenni che hanno paura sono 1 milione e 700.000, il 12,2% del totale.

Il senso di insicurezza tanto diffuso può essere alleviato dotando la propria abitazione degli ultimi ritrovati della tecnologia in termini di apparati di sorveglianza o antintrusione. Oggi ne esistono di diverso tipo, alcuni tanto sofisticati da fare invidia a dei film di fantascienza. Ovviamente l’impianto antifurto più adatto alle proprie esigenze dipende da numerose variabili, non ultima la capacità di spesa personale. Si sappia, però, che la Legge di Bilancio 2022 ha confermato il Bonus Sicurezza che prevede la possibilità di una detrazione fiscale del 50 per cento per l’installazione di dispositivi antifurto o antintrusione come le porte blindate – ma anche di sistemi antincendio o per prevenire fughe di gas e allagamenti - nelle abitazioni private, con un tetto massimo di 96mila euro. Per usufruirne non è necessario che si stia procedendo a lavori di ristrutturazione dell’immobile. Ma chi ne ha diritto? Possono servirsene:

  • proprietari dell’immobile, familiari e conviventi
  • inquilini in affitto, che devono avere però il consenso del proprietario
  • titolari di diritto di godimento di un immobile, come chi ha il comodato d’uso gratuito o l’usufrutto
  • soci di cooperative
  • imprese individuali, familiari, società 

Un altro “scudo” che non può mancare

Garantita la propria serenità in casa, però, forse sarebbe il caso di pensare anche a un mezzo per proteggere la propria abitazione dagli imprevisti della vita. L’acquisto di un immobile, infatti, rappresenta un impegno a lungo termine che impegna le risorse economiche di un’intera famiglia. Per tale motivo proteggere questo inestimabile e primario bene rappresenta un gesto di responsabilità. E oggi lo si può fare con grande efficacia e spendendo poco, attraverso la sottoscrizione di una polizza vita TCM (temporanea caso morte).

Una delle soluzioni più convenienti è rappresenta dall’assicurazione vita, come Mutuo Vivo di MetLife che, con appena 11,75 euro al mese, consente di assicurare una somma di 100mila euro per dieci anni (nel caso di assicurato di 35 anni, non fumatore). Questo strumento assicurativo è molto versatile: può, infatti, essere personalizzato in base alle specifiche esigenze personali ma se si vuole scoprire con esattezza quanto può essere conveniente basta fare un preventivo online.

Un’assicurazione sulla vita come Mutuo Vivo di MetLife presenta numerosi vantaggi fra i quali l’estinzione del mutuo anche in caso di decesso o invalidità permanente totale di chi si fa carico delle spese del prestito, soluzione che salvaguardia la proprietà in cui vivono i propri affetti più cari; il premio è pagato in piccole rate mensili e gli ultimi anni di copertura sono anche gratuiti quindi l’impegno economico è sostenibile; inoltre è possibile usufruire di agevolazioni fiscali come la detrazione del 15% del premio; infine la somma versata ai beneficiari non è pignorabile o sequestrabile, né soggetta a tasse di successione.

 

[1] Censis

https://www.censis.it/sites/default/files/downloads/Rapporto%20finale.pdf

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