Perché è importante spiegare la sessualità ai bambini

Quanto è importante spiegare la sessualità ai bambini? Perché? E soprattutto, come fare per spiegare questi concetti che mettono in imbarazzo anche i genitori?

Spiegare la sessualità ai bambini è molto importante. Ecco qualche consiglio su come fare.

“Mamma/Papà ma come nascono i bambini?”

Che te lo chieda in fila alla cassa del supermercato o mentre te ne stai sdraiato sul divano di casa, poco conta: rimarrai impietrito e senza parole.

Eppure lo sapevi che il momento fatidico sarebbe arrivato e pensavi che ti avrebbe trovato pronto a dare una risposta articolata, convincente e sensata. E invece, il cervello è andato in panne e qualsiasi frase ti è sembrata inopportuna, complessa e poco adatta all’età di figlio.

In realtà, secondo la dottoressa Amber Madison, autrice del manuale “Parlare di sesso con i propri figli”, il vero problema dell’educazione sessuale per bambini non è l’età di tuo figlio, quanto il tuo imbarazzo nell’affrontare il tema considerato “scottante” perché non accetti che tuo figlio possa essere (o sarà) una persona sessualmente attiva.

Sai benissimo che evitare l’argomento o, peggio, censurarlo - magari alzando pure la voce, facendo sentire in colpa tuo figlio - sono una non-soluzione che lascia preoccupati sia te che tuo figlio e che non aggiunge informazioni utili sulla questione.

Bambini e sessualità: quanto e perché parlarne

Se ti stai chiedendo quanti anni deve avere tuo figlio per organizzarti a fargli un corso di anatomia, rilassati: probabilmente non ce ne sarà bisogno.

La curiosità innata dei bambini non ha bisogno di risposte tecniche, ma concettuali.

Nell’affrontare il tema di educazione sessuale con i bambini la cosa migliore, secondo la psicoterapeuta e sessuologa Laura Rivolta, è “rispondere alle domande in maniera semplice e chiara, ovviamente con un linguaggio e un vocabolario adatto all’età”.

Di solito si comincia con la ricerca di un “perché femmine e maschi sono diversi”, dai tempi dell’asilo nido, quando iniziano i confronti con altri bambini e la risposta può ruotare attorno alle caratteristiche diverse che ci contraddistinguono.

Questa è la classica fase in cui cominciano a far capolino il "gioco del Dottore" o "a mamma e papà": sono tendenzialmente giochi fatti di nascosto dai grandi e servono proprio ad esplorare le diversità e ad imparare a confrontarsi “con l’altro sesso”. Ricordiamoci che questi giochi per i bambini sono delle vere e proprie sperimentazioni: nulla a che vedere con il sesso come lo intendono gli adulti! Sono giochi fatti per conoscere, quindi non ha senso punire o reprimere: al massimo, meglio accertarsi che questi momenti siano giocati da bambini di età simile, in modo da non avere momenti di imbarazzo.

Poi, d’un tratto, si arriva al “come nascono i bambini” e il tuo compito sarà di spiegare che "il concepimento non è un atto meccanico, ma un gesto d’amore", senza bisogno di tirare in ballo la cicogna, le farfalle e i cavoli, ma puntando su semini, terra fertile e conseguenti frutti, spiegazioni che loro possono comprendere e verificare anche in casa.

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Secondo il canovaccio standard, arriva poi il tempo di “come esce il bambino dalla pancia” e per te è la prima vera sfida. La risposta è una, unica e indiscutibile, lo sai: devi solo superare l’imbarazzo dei termini e considerare che la domanda non è posta con malizia.

Nel caso in cui tuo figlio non accenna alcun riferimento all’argomento, magari è bene che sia tu a prendere l’iniziativa, prima che l’argomento venga classificato come tabù assoluto da evitare in casa. Se non hai il controllo del grado di conoscenza e degli interrogativi senza risposta di tuo figlio, vuol dire che qualcun altro riempie i suoi vuoti di informazione, ma potrebbe farlo peggio o anche in modo sbagliato.

Da genitore, non puoi essere sollevato dall’incarico: anche l’educazione sessuale, per quanto ti metta a disagio, è affar tuo. Per aiutarti a comprendere meglio come affrontare la situazione, ti proponiamo di dare un’occhiata a questo video, tratto da The Sex Show 

Nel frattempo, nell’Unione Europea l’educazione sessuale è un vero e proprio affare di stato: obbligatoria nelle scuole per legge in tutti i paesi dell’UE, tranne Italia, Bulgaria, Cipro, Polonia e Romania. E così mentre in Francia, Germania e Olanda si lavora con programmi che puntano a ritardare l’età del primo rapporto completo, a ridurre la frequenza di attività non protette e incrementare l’uso di precauzioni, da noi si è riusciti al massimo a raccogliere proposte su proposte, puntualmente cadute nel dimenticatoio.

Adolescenti e sesso: la realtà in Italia, oggi

Non puoi lasciare al caso un argomento così delicato, soprattutto dopo aver guardato i risultati di un’indagine condotta da Telefono Azzurro ed Eurispes.

Su un campione di quasi 2500 adolescenti tra i 12 e i 19 anni, si rileva che:

  • il 12% ha avuto il primo rapporto sessuale completo tra gli 11 e i 13 anni
  • il 39% ha atteso fino ai 14-15 anni,
  • il 30% è arrivato a 16-17 anni.

Solo il 5% degli adolescenti dice di aver atteso la maggiore età. Dati che visti così non puoi che guardare con preoccupazione, anche se l’abbassamento dell’età è una tendenza confermata anche in altri paesi europei.

Ma ancora più preoccupanti sono le abitudini sessuali degli adolescenti che considerano la verginità come "una macchia di cui doversi sbarazzare per non essere emarginati", insomma quasi un atto, una pratica slegata da sentimenti e connessa invece ad una questione di immagine sociale.

Questo è quanto emerso da un’inchiesta “Sex and the Teens” (in due puntate tutte da leggere: 1 e 2) portata avanti dalla giornalista Beatrice Borromeo che ha scatenato le ire dei lettori contro il mondo dei media, colpevole - secondo i più - di aver portato la società a livelli insopportabili di sessualizzazione.

Ma, oltre l’innegabile responsabilità della società, la verità è che se da genitore non affronti l’argomento sesso in modo serio ed efficace, lasci esposti i tuoi figli alla minaccia di visioni e abitudini sessuali sbagliate e soprattutto pericolose, di cui probabilmente si pentiranno. Ma sarà già troppo tardi. Meglio dunque farsi passare l’imbarazzo e cominciare a trattare il tema con la naturalezza che merita, per una nuova generazione davvero consapevole ed evoluta.