Quali sono le malattie professionali più comuni?

Lo svolgimento di alcune attività lavorative possono portare, a lungo andare, problemi di salute legati allo stesso fatto prestare servizio. Ecco quali sono quelle più frequenti nel nostro Paese.

 

 

Secondo l’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL), la malattia professionale è definita come una “una patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull’organismo”. Si tratta dunque di un tipo di disagio fisico che si sviluppa a lungo andare e in modo non violento o improvviso ed è strettamente legato all’ambiente lavorativo, agli strumenti, ai materiali oppure ai movimenti che ripetutamente effettui mentre lavori.

Naturalmente il nesso fra le attività lavorative e il tipo di malattia che si sviluppa deve essere “diretto ed efficiente”, ovvero deve essere dimostrabile in modo chiaro il collegamento fra la patologia sviluppata dal lavoratore e le sue mansioni.

Differenza fra malattia professionale e infortunio sul lavoro

La differenza è chiara e le due cose non devono essere confuse.

Si parla di infortunio sul lavoro quando abbiamo a che fare con un evento improvviso e traumatico che avviene durante le ore di lavoro e comporta immediatamente una conseguenza.

La malattia professionale ha invece la caratteristica di avere una lenta evoluzione. Per questo motivo la diagnosi e la successiva verifica possono non essere immediate.

Malattie professionali comuni in Italia: quali sono e quanti casi ci sono?

Secondo l’ultimo rapporto Inail sulla salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro [1], nel 2017 ci sono state 58 mila denunce per malattia professionale nel nostro Paese. Per un terzo di esse è stata immediatamente riconosciuta la causa professionale, mentre poco più della metà delle domande è stata rigettata.

I settori più colpiti sono quelli dell’industria e servizi, ambito nel quale sono stati denunciati circa 46 mila casi.

Nel citato rapporto Inail, una tabella individua il tipo di malattia professionale e l’incidenza numerica. Da questo schema si vede bene che le malattie del sistema osteoscheletrico, muscolare e del tessuto connettivo sono di gran lunga le più frequenti rappresentando il 65% circa dei casi di denuncia.

Altre malattie certamente meno frequenti, ma numericamente successive per frequenza, sono quelle che interessano il sistema nervoso (11% circa), l’orecchio (l’8% circa) e il sistema respiratorio (5% circa).

Malattie professionali tabellate e non tabellate

Per avere più chiara la consistenza di questi risultati, bisogna specificare che prima di una denuncia per malattia professionale, viene richiesto al lavoratore di consultare le tabelle precompilate dall’Inail per verificare se la patologia è coerente con una di quelle cosiddette “tabellate”.

Si tratta di malattie per le quali non c’è bisogno che il lavoratore dimostri la connessione con la professione. Il lavoratore che vuole sporgere denuncia, deve solo dimostrare di aver lavorato in quelle mansioni e di avere effettivamente sviluppato la patologia.

La tabella delle malattie riconosciute si trova qui.

Per altre malattie non incluse nelle tabelle Inail, invece, il lavoratore deve dimostrare che sono direttamente correlate al lavoro e alle mansioni svolte, oltre a fornire prove del proprio impiego in quelle mansioni e della presenza della patologia.

Malattia professionale e danno biologico

Oltre alla malattia professionale, il lavoratore potrebbe sviluppare – come conseguenza di questa – una inabilità temporanea o permanente di natura fisica oppure psicologica. In questo caso si parla di danno biologico ovvero di un problema che incide nella vita quotidiana della persona, impedendole di svolgere le sue attività normalmente.

Per accertare il danno biologico bisogna sottoporsi a una perizia medico-legale e seguire un iter specifico.

Come fare denuncia di malattia professionale?

L’iter per il riconoscimento della malattia professionale inizia con una denuncia all’Inail, attraverso la via telematica. Sul sito dell’Istituto c’è una sezione specifica [2] nella quale è possibile inoltrare la domanda via web, oppure scaricare i moduli specifici per ogni casistica (tabellata, non tabellata o specifica) o ancora leggere i manuali che consentono di comprendere nel dettaglio l’iter specifico per ogni caso.

Se una malattia professionale o un danno biologico non vengono riconosciuti

Come abbiamo già spiegato, il lavoratore che intende sporgere denuncia per il riconoscimento di una malattia professionale al fine di ottenere il relativo indennizzo, deve seguire un iter determinato che prevede una fase istruttoria e una determinazione finale.

Dai numeri appare evidente come siano percentualmente molti i casi di istruttorie negative, cioè di domande che alla fine non vengono accolte. In questi casi il lavoratore ha 3 anni per fare ricorso ma tutte le spese relative a questa azione legale sono a suo carico.

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Fonti per questo articolo

[1] https://www.inail.it/cs/internet/docs/alg-appendice-relazione-annuale-2017.pdf

[2] https://www.inail.it/cs/internet/atti-e-documenti/moduli-e-modelli/prestazioni/denuncia-malattia-professionale.html

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