Invalidità civile: tutto quello che devi sapere e novità 2019

Un infortunio o una patologia possono causarti delle complicanze per le quali puoi chiedere che ti venga riconosciuta una quota di invalidità. I criteri per stabilirla sono stabiliti dalla legge, tuttavia esiste una discrezionalità riservata ai medici che compongono la commissione. Ecco come funziona.

 

Un infortunio o una malattia sono sempre eventi spiacevoli e alcune volte le conseguenze possono essere durature e portarti a una invalidità. Una situazione che può avere ripercussioni importanti sulla vita di tutti i giorni.

La legge italiana tutela queste situazioni e ti consente di fare domanda per il riconoscimento di una difficoltà, temporanea o permanente, calcolata in percentuale. In base alla gravità, ci possono essere o meno delle agevolazioni, che arrivano fino al riconoscimento economico nei casi più gravi (pensione di invalidità).

È bene sottolineare che è necessario che la malattia invalidante sia tra quelle riconosciute dalla legge

Riconoscimento dell’invalidità civile: informazioni di base

Per avviare l’iter del riconoscimento dell’invalidità civile è necessario, innanzitutto, rivolgersi al medico curante.

È il medico competente che certifica la difficoltà. Con questo certificato – non più vecchio di 30 giorni – è possibile fare domanda telematica all’INPS (o tramite un patronato) e aspettare la convocazione per una valutazione dinanzi ad una commissione medica. Solitamente, in prima istanza, si viene convocati presso la Asl di competenza territoriale. In alternativa è l’Inps che convoca direttamente.

La data di convocazione per la visita di accertamento può essere accettata oppure modificata una sola volta e con un preavviso per iscritto.

Dopo l’analisi della richiesta, la commissione medica procede al riconoscimento dell’invalidità civile assegnando una percentuale (oppure al rigetto della richiesta) e stabilisce se l’invalidità riconosciuta sarà oggetto di revisione: se la tua condizione migliora nel corso del tempo, varieranno anche le percentuali di invalidità ad essa associate.

Tutte le specifiche indicazioni saranno riportate dalla commissione medica nel verbale di invalidità.

Invalidità civile: cosa dice la legge

Secondo la legge n.30 del 1971 [1] possono essere considerati invalidi civili i cittadini affetti da minorazioni congenite o acquisite, anche a carattere progressivo” e che abbiano subito una diminuzione delle capacità lavorative di almeno un terzo.

La percentuale minima di invalidità per una persona maggiorenne è dunque del 33% (un terzo di 100), al di sotto della quale il soggetto che richiede la certificazione, non viene considerato legalmente invalido civile. Questo significa che non ha diritto ad agevolazioni particolari.

Le infermità possono essere di carattere fisico, psichico o sensoriale, dunque non si fa riferimento a difficoltà solo “evidenti”.

Se la riduzione della capacità lavorativa supera il 33% (fino ad arrivare al 100%) allora entrano in campo una serie di sussidi.

Anche i minorenni possono avere delle invalidità riconosciute: in questo caso bisogna dimostrare di avere problemi nello svolgimento delle funzioni e dei compiti propri della loro età (tipicamente legati alla vita scolastica).

Per le persone che hanno superato i 65 anni di età vale lo stesso principio dei minorenni ma, in più, il riconoscimento dell’invalidità civile è propedeutico alla concessione dell’indennità di accompagnamento, ovvero un sussidio economico rivolto a soggetti ritenuti invalidi al 100%. Nella recente nota 1930/2018 l’Inps ha inoltre chiarito che le modalità di accesso all’indennità di accompagnamento per gli over 65, ovvero per coloro i quali non sono in età lavorativa, viene semplificata. Dal 1 gennaio 2019 per questa categoria è prevista una riduzione dei tempi di concessione del beneficio.

Invalidità civile: percentuali e agevolazioni

L’agevolazione più conosciuta è la pensione, ma non tutti gli invalidi civili ne hanno diritto. Esistono infatti delle agevolazioni specifiche per ogni livello percentuale. Ecco quali sono:

•        Invalidità dal 34% al 44%: hai diritto a ricevere gratuitamente ausili specifici necessari per la tua condizione patologica (protesi o supporti, a seconda del tipo di patologia dichiarata nel verbale di invalidità);

•        dal 45%: hai diritto a quanto previsto nel punto precedente e all’iscrizione nelle liste dei Centri per l’Impiego riservate al collocamento speciale. Ovviamente il collocamento lavorativo avviene solo se hai bisogno di trovare un nuovo lavoro e se sei nelle condizioni di accettarlo e svolgerlo;

•        dal 51%: oltre a quanto concesso nei punti precedenti, si aggiunge la possibilità di avere permessi straordinari dal lavoro per effettuare delle cure necessarie specifiche per la propria invalidità. I congedi devono essere coerenti con il proprio inquadramento contrattuale;

•        dal 67%: oltre alle precedenti, hai diritto all’esonero parziale al pagamento del ticket sulle prestazioni mediche, su esami specialistici, su diagnostica strumentale. Si paga invece normalmente la quota fissa sulla ricetta.

•        dal 74%: oltre a quanto già detto, è prevista l’erogazione di un assegno di invalidità (dai 18 ai 65 anni). L’assegno è però riconosciuto solo entro certi limiti di reddito e ai cittadini che non svolgono attività lavorativa. Inoltre l’assegno è incompatibile con qualsiasi altra pensione diretta di invalidità (di guerra, di lavoro, di servizio, etc).
In casi particolari è prevista la possibilità di accedere alla cosiddetta APE Sociale, ovvero al pensionamento anticipato senza alcuna decurtazione (prorogata fino al dicembre 2019) [2];

•        invalidità al 100%: considerando tutte le altre agevolazioni, escludendo l’assegno mensile, hai diritto alla pensione di inabilità e all’esenzione totale del ticket sui farmaci (tenendo conto dei limiti reddituali, regolamentati su base regionale).
Inoltre, se viene certificata l’incapacità di svolgere atti di ordinaria quotidianità, viene concessa anche un’indennità all’accompagnamento, indipendentemente dall’età e dalla condizione reddituale. L’assegno di accompagnamento Inps ammonta a 516,35 euro mensili.

Come si calcola l’invalidità civile?

La commissione chiamata a valutare le condizioni della persona che richiede la certificazione dell’invalidità, utilizza specifiche tabelle che stabiliscono la percentuale da applicare caso per caso [3]. I valori possono essere fissi e definiti, oppure variare tra un minimo e un massimo, lasciando dunque ai medici della commissione la decisione finale.

Nonostante le voci presenti in tabella siano moltissime, può accadere che si renda necessaria la discrezionalità dei medici quando non si riesce a trovare una corrispondenza esatta tra le patologie indicate e i problemi della persona. In questo caso si cerca di individuare la problematica che più si avvicina e stabilire la percentuale di invalidità.

Esiste, dunque, una componente “umana” che influisce nell’attribuzione del punteggio di invalidità: la commissione è tenuta a valutare anche la condizione ambientale (non solo quella diagnostica) all’interno della quale la persona si muove e vive. Per questo, nella commissione medica, è presente anche un operatore sociale (solitamente uno psicologo).

Quando ci sono più patologie invalidanti coesistenti

Quando l’invalidità colpisce organi o apparati diversi tra loro e non collegati, si parla di patologie coesistenti e in questo caso per poter calcolare l’invalidità totale non si possono sommare le singole percentuali. È necessario quindi applicare una formula matematica specifica.

Questo particolare tipo di calcolo è necessario affinché la percentuale totale complessiva non superi il 100% e la formula da applicare non è particolarmente complessa:

IT = IP1 + IP2 – (IP1 x IP2)

•        IT= Invalidità Totale;

•        IP1 = Invalidità Patologia 1;

•        IP2 = Invalidità Patologia 2.

Ad esempio, se la prima patologia (IP1) è valutata con il 20% e la seconda (IP2) con il 15%, il risultato finale (IT) sarà
(0,40+0,25) - (0,40×0,25) = 0,65 – 0,1 = 0,55 e quindi 55%.

Il calcolo dell'invalidità nelle patologie concorrenti

Esistono anche delle situazioni nelle quali a una patologia possono sommarsene altre, ma sempre riferite alla medesima parte del corpo. In questo caso si parla di patologie concorrenti. Il calcolo dell’invalidità complessiva è indicato nelle tabelle ministeriali.

In caso contrario e per casi non formalizzati nelle tabelle sono le commissioni mediche che la calcolano, utilizzando una formula matematica a metà tra la somma algebrica e la formula indicata precedentemente.

Conclusioni e consigli finali

Se credi di avere diritto ad agevolazioni previste in caso di invalidità civile e quindi vuoi richiedere la certificazione legale, devi innanzitutto parlarne con il tuo medico curante e avviare un iter presso l’Inps che si concluderà con la valutazione della commissione medica.

A seconda del tipo di valutazione ottenuta, possono essere richieste revisioni periodiche della percentuale di invalidità, che si traducono in ulteriori convocazioni di fronte alla commissione medica. Queste revisioni possono anche farti perdere l’accesso a specifiche agevolazioni previste precedentemente.

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Fonti per questo articolo

[1] http://www.gazzettaufficiale.it/atto/serie_generale/caricaDettaglioAtto/originario;jsessionid=D5JzJqKNFQNPDfRWAuETXg__.ntc-as2-guri2b?atto.dataPubblicazioneGazzetta=1971-04-02&atto.codiceRedazionale=071U0118&elenco30giorni=false

[2] https://www.inps.it/nuovoportaleinps/default.aspx?itemdir=50302#h3heading2la scadenza del provvedimento è il 31/12/2018

[3] https://www.inps.it/docallegati/Informazioni/approfondimenti/pensioni/prestazioniassistenziali/provvidenzeeconomicheinfavoredeiminoraticivili/Documents/Linee_Guida_INPS_Accertamenti_Stati_Invalidanti.pdf

[4] https://www.encyclopedia.com/science/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/balthazard-victor

 

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