Gennaio è il momento di iscrivere i piccoli dell'infanzia al primo anno di scuola primaria e qui si pone il problema, per i genitori dei nati fra gennaio e aprile, di scegliere se far entrare i loro figli come anticipatari. Ecco i pareri degli esperti in proposito.
Anticipare l’ingresso dei figli alla scuola primaria? Un bel dilemma per i genitori di bambini che compiono i sei anni entro il 30 aprile del primo anno di scuola elementare. Una questione delicata che vede scontrarsi psicologi e educatori sulle implicazioni pro e contro questa scelta di vita.
Cosa prevede la normativa
Secondo quanto riportato sul sito del MIUR “l'anticipo di iscrizione alla scuola primaria è consentito ai bambini che compiono sei anni di età entro il 30 aprile dell’anno scolastico di riferimento.
L'ammissione anticipata avviene su domanda della famiglia al momento delle iscrizioni e deve essere accolta dalla scuola, subordinatamente alla disponibilità dei posti e ai criteri di precedenza deliberati dal consiglio di istituto“. [1][2]
Ma la libertà prettamente legislativa tiene in considerazione solamente lo sviluppo cognitivo come indicatore rilevante, mentre un corretto sviluppo armonico - secondo la psicologa e psicoterapeuta Francesca Morelli - tiene conto anche della sfera psicomotoria, emotiva, affettiva, relazionale e sociale. [3]
D’altra parte, i risultati riportati dal Rapporto Integrale delle Prove Invalsi 2017 mostrano una sottile differenza - non sostanziale - tra i regolari e gli anticipatari nei punteggi raggiunti in italiano e matematica: differenza che va a scapito degli anticipatari. Dunque a livello di risultati scolastici le differenze ci sono, ma la forbice non sembra così tanto rilevante. Quello che cambia sono gli impatti che un “anticipo forzoso” dell’ingresso a scuola comporterebbe dal punto di vista comportamentale.
Risultati confermati anche dall’Università di Stanford che in uno studio sostiene che gli anticipatari mostrano - verso gli 11 anni - maggior difficoltà a contenere i propri impulsi, sono più disattenti e dimostrano meno autocontrollo.[6]
Ma quanti sono gli anticipatari?
A livello numerico sono presenti piú al Sud che al Nord (dove sono meno dell’1%), raggiungendo l’apice del 4% nelle isole. La tabella mostra la percentuale di regolari (R), anticipatari (A) e posticipatari (P), nelle varie aree geografiche, ulteriormente suddivisi per livello scolastico (livello 2 = seconda classe scuola Primaria).[4]
I motivi degli psicologi contrari
Ci sono “molte buone ragioni per prolungare la stagione del gioco libero, del piacere motorio, dell’esplorazione corporea del mondo fisico e relazionale, e nessuna a favore dell’anticipo dell’enfasi sul verbale e sul logico-simbolico, già peraltro iper-stimolati dallo stile di vita di gran parte dei bambini, causa di disarmonie dello sviluppo cognitivo, affettivo, motorio e relazionale” sostiene Franco Nanni[7], psicologo scolastico, facendo sue le teorie di Peter Gray secondo cui “solo giocando si possono acquisire naturalmente le abilità sociali che serviranno da grandi”.[8]
Anche Federico Bianchi, psicoterapeuta dell’età evolutiva e direttore dell’Istituto di Ortofonologia (IdO) di Roma, secondo il quale la possibilità, pur consentita dalla legge, “di anticipare l’età di ingresso dei bambini in prima elementare è stata mal interpretata”.[9]
Rispettare i tempi di sviluppo del bambino e collaborare con gli insegnanti sono le due regole da tenere a mente per scegliere al meglio, evitando che la scuola diventi fonte di stress invece che esperienza di crescita e sviluppo.
I motivi degli psicologi a favore
Di idee diverse Italo Farnetani, pediatra e ordinario alla Libera Università Ludes di Malta che sostiene che la possibilità di essere anticipatari non ha valenza psicopedagogica: “ritengo che dovrebbero andare in prima elementare solo quelli che hanno portato a compimento uno sviluppo superiore alla media, tale da non pregiudicare il loro apprendimento”.
A consigliare l’anticipo scolastico dovrebbe, secondo lo studioso, essere il pediatra, in quanto medico di crescita ed educazione (come definito dall’OMS nel ‘74) ma dovrebbe essere necessaria una valutazione basata su 4 parametri, utili per verificare le capacità psico-motorie del bambino:
- il lessico non deve presentare balbuzie
- la capacità di riconoscere almeno due colori su tre
- la capacità di prendere al volo una palla (almeno due volte su tre)
- il disegno di una figura umana deve constare almeno di tre parti: testa, tronco e gambe.
“Se un bambino rispetta questi requisiti, può andare a scuola anche al compimento dei 5 anni”.[10]
E per evitare conflitti in classe, Farnetani suggerisce un cambio strutturale a livello scolastico, puntando su classi organizzate per mese di nascita, in modo da permettere il confronto tra coetanei, con un vantaggio sostanziale anche per le insegnanti nella gestione della didattica e della condotta.
Ai genitori titubanti sulla scelta, gli esperti suggeriscono anche un confronto aperto e schietto con le maestre della scuola materna, per conoscere le sfumature caratteriali del bambino che possono avvantaggiare o meno l’ingresso scolastico anticipato.
Conclusioni e consigli finali
Iniziare il percorso scolastico prima dei sei anni è possibile, per legge. Ma la scelta dovrebbe tenere conto non solo dell’età anagrafica. Troppo spesso i genitori propendono per l’ingresso anticipato a prescindere dalle reali capacità del bambino.
Prima di prendere questa decisione conviene riflettere su questi punti:
- La possibilità offerta dalla legge di anticipare l’ingresso a scuola è pensata per quei bambini che presentano uno sviluppo superiore alla media, non per tutti i nati fra gennaio e aprile, a prescindere dalle capacità.
- Bisognerebbe compiere questa scelta solo ed esclusivamente per il bene del bambino e non per la vanagloria dei genitori che – spesso – hanno fretta di vederli crescere. L’ingresso anticipato a scuola significa anche un anno in meno di giochi e spensieratezza.
- Bisognerebbe consultare innanzitutto il pediatra, che è il medico che segue anche lo sviluppo psicomotorio del bambino.
- Occorre avere il parere favorevole delle insegnanti della scuola dell’infanzia che devono istaurare un rapporto schietto e sincero con i genitori.
I veri attori principali rimangono comunque i nostri bambini e le scelte migliori sono quelle fatte con il cuore.
Fonti per questo articolo
[1] Anticipi di ammissione alla scuola, Ministero dell’Istruzione >> http://hubmiur.pubblica.istruzione.it/web/istruzione/famiglie/anticipi
[2] Decreto legislativo, Ministero della Pubblica Istruzione >> https://archivio.pubblica.istruzione.it/normativa/2004/dec190204.shtml
[3] A scuola a 5 anni: si o no?, Francesca Morelli (psicologa e psicoterapeuta) >>
https://www.francescamorelli.com/single-post/2017/07/21/A-scuola-a-5-anni-si-o-no
[4] Rapporto Integrale sulle Prove Invalsi 2017 >> https://www.scribd.com/document/353060223/Rapporto-Prove-INVALSI-2017#from_embed
[5] Early educational milestones as predictors of lifelong academic achievement, midlife adjustment, and longevity >> https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2713445/
[6] The gift of Time, Università di Stanford >> http://www.nber.org/papers/w21610
[7] L’anticipo scolastico esaspera le differenze, Giunti Scuola >> http://www.giuntiscuola.it/lavitascolastica/magazine/articoli/cultura-e-pedagogia/lasciate-giocare-i-bambini-l-anticipo-scolastico-esaspera-le-diffrenze/
[8] Peter Gray, Psicologo >> https://en.wikipedia.org/wiki/Peter_Gray_(psychologist)
[9] Federico Bianchi >> https://www.tuttoscuola.com/risultati-invalsi-commento-dellesperto-perche-non-bisognerebbe-anticipare-lingresso-alle-elementari/
[10] Italo Farnetani >> http://www.adnkronos.com/salute/2017/09/01/pediatra-dice-all-anticipo-giusto-andare-scuola-anni_ksrqTdHAu9XZIXcmv2HdAO.html
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