Perché sempre più aziende scelgono la sostenibilità ambientale

La sostenibilità ambientale delle aziende non è solo una moda, una maniera accattivante di attirare i consumatori: è diventata un vero impegno per molte imprese medio grandi, lo specchio di una rinnovata mentalità e sensibilità del management e presto potrebbe diventare anche un obbligo di legge.

Le imprese green sono quelle in grado di ottimizzare processi e prodotti per ridurne al massimo l’”impronta ambientale”. In molti casi queste aziende, per testimoniare e misurare il proprio impegno, producono un report annuale, il Bilancio di Sostenibilità, per rendere consapevoli i propri stakeholder degli influssi economici, ambientali e sociali della propria attività.

I perché della sostenibilità ambientale

La sensibilità nei confronti dei temi ambientali da parte delle aziende rispecchia l’accresciuta attenzione del mercato nei confronti del consumo ecosostenibile: è il binomio composto dalle aziende e dai consumatori a creare la giusta sinergia per la sostenibilità ambientale. Le imprese più lungimiranti fanno scelte responsabili, aumentandogli investimenti in efficienza energetica, in riduzione degli sprechi, in qualità delle risorse biologiche, in ricerche di materiali ecologici per gli imballi.  Chi effettua tali scelte viene premiato dai risultati e così gli esempi virtuosi si stanno moltiplicando.

Lo testimonia il recentissimo rapporto GreenItaly 2016, realizzato da Symbola, Fondazione per le Qualità Italiane e da UnionCamere, ente rappresentativo delle Camere di Commercio.  Le imprese che hanno investito in tecnologie e prodotti green nel periodo 2010-2015, o che hanno programmato investimenti entro la fine del 2016, sono più di 385.000, pari al 27% del totale. Inoltre, nell'ultimo anno è aumentato il numero delle aziende che prevede investimenti futuri nell’eco-innovazione: 134.810 (9% del totale) rispetto alle 120.430 del 2015.

Dall'altra vi è una maggiore sensibilità da parte di chi acquista, pronto anche a boicottare marchi irresponsabili.  Nei cittadini è aumentata l'attenzione e la coscienza verso le aziende che si assumono le responsabilità ambientali e cercano di dimostrare seriamente una riduzione dell’impatto ecologico. In Europa un consumatore su due è disposto anche a pagare di più per un brand sostenibile.

È quanto emerge da uno studio della Nielsen Global Survey, effettuato nel 2015 a livello internazionale. In media la fascia d’età maggiormente propensa a pagare di più per la sostenibilità è quella dei 21- 34 anni, seguita dai tardo-adolescenti (15-20 anni). Quanto all'Italia, i maggiori driver che spingono alle scelte sostenibili sono la fiducia nel brand (53%), se il produttore è eco-friendly (41%), il packaging a basso impatto ambientale (38%), l'impegno nel sociale (33%), l'impatto positivo dell'azienda sul territorio (31%).

 

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L’impegno di MetLife per l’ambiente

Da oltre un decennio MetLife è impegnata nel ridurre l’impatto ambientale delle proprie sedi, presenti ad oggi in cinquanta paesi nel mondo.  La compagnia è riuscita così a ridurre i consumi energetici del 25% negli ultimi 11 anni, ottenendo per tutte le strutture degli USA una certificazione green di terze parti qualificate, promuovendo importanti azioni volte a diminuire il livello dei rifiuti, ed incentivando comportamenti di riciclo e riuso.

Non solo, MetLife vuole incentivare i comportamenti virtuosi circondandosi solo di aziende che abbracciano la propria visione, scegliendo esclusivamente partner e fornitori che praticano politiche ambientali decisamente efficaci. Non a caso MetLife è risultata nel ranking di Newsweek 2015 tra le prime 20 aziende mondiali in termini di impegno ecologico.

Arriva l'obbligo del Bilancio di Sostenibilità

Presto le scelte di rispetto ambientale potrebbero diventare un obbligo. La comunità europea ha emesso la direttiva 2014/95/EU che introduce un obbligo di dichiarazione sulle informazioni di carattere non finanziario. Il recepimento italiano della direttiva sta per essere approvato dal legislatore italiano: dal 2017 Rendicontare un Bilancio di Sostenibilità diventerà obbligatorio per molte grandi imprese, come ad esempio le Spa con almeno 500 impiegati, con uno stato patrimoniale superiore a 20 mln di euro o con il totale dei ricavi netti maggiore di 40 mln di euro.

Nella Dichiarazione non dovranno mancare informazioni relative all'utilizzo di risorse energetiche rinnovabili, all'impiego oculato di risorse idriche, alle emissioni di gas serra, all'impatto attuale e futuro sull’ambiente. Queste le principali sanzioni in caso di irregolarità: fino a 100.000 euro in caso di redazione mancata o non conforme, fino a 150.000 euro se la dichiarazione omette fatti materiali rilevanti. Per la responsabilità dell'accertamento e l'eventuale irrogazione delle sanzioni sarà competente la Consob. http://www.acquistiverdi.it/news/2016/08/19/bilancio_di_sostenibilit_a_dic13453 http://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/992450.pdf

Pur con tutte le difficoltà di adattamento, soprattutto nel passaggio da fonti energetiche tradizionali a sorgenti più sostenibili, l’eco-sostenibilità si avvia sempre di più a diventare una caratteristica indispensabile delle imprese di successo. Un elemento strategico quindi anche dal punto di vista dei valori, dal momento che si tratta di una scelta di tipo win–win: aiuta l’ambiente, aiuta le aziende, aiuta i consumatori.

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