I primi passi da compiere in caso di invalidità

In alcuni casi un infortunio o una malattia possono impedirci di compiere le più semplici azioni quotidiane, fino a compromettere la nostra capacità lavorativa. In questi momenti è importante non perdersi d’animo e capire come rimetterci di nuovo in pista. Vediamo insieme alcuni consigli e informazioni utili per fronteggiare tutte le difficoltà causate da un’invalidità.

1. Adegua lo stile di vita alle tue condizioni di salute

In caso di grave infortunio o malattia invalidante, potresti essere costretto a rivedere buona parte della tua routine quotidiana. Per esempio potrebbe presentarsi la necessità di apportare delle modifiche strutturali alla tua casa, oppure, date le tue nuove condizioni fisiche, potresti dover valutare la possibilità di cambiare lavoro. In questi casi rivolgersi a un terapista occupazionale può essere una buona idea per imparare a gestire nel migliore dei modi tutti questi cambiamenti. I terapisti dell’A.I.T.O. (Associazione Italiana dei Terapisti Occupazionali) attraverso un processo riabilitativo, individuale o di gruppo, coinvolgono la globalità della persona per aiutarne l’adattamento fisico, psicologico o sociale e migliorarne la qualità della vita pur nella disabilità. A volte anche i servizi sociali o un semplice aiuto domestico possono fare la differenza, permettendoti di continuare a vivere nella tua casa. Ecco alcune possibili forme di aiuto che potresti richiedere in caso di necessità:

  • servizio di pulizia domestica;
  • servizio di consegna a domicilio;
  • visita domiciliare di un operatore sanitario per l’assistenza nella cura della persona;
  • visita domiciliare di un infermiere per le medicazioni e il monitoraggio dello stato di salute.

2. Individua tutte le fonti di sostegno finanziario

Nella maggior parte dei casi l’invalidità non compromette la possibilità di tornare a lavorare. Parla quindi con il tuo datore di lavoro per capire come proseguire il tuo percorso di carriera. Se invece non ci sono le condizioni per continuare a svolgere il tuo lavoro attuale, rivolgiti al centro per l’impiego a te più vicino dove troverai un consulente specializzato nel reinserimento professionale che ti aiuterà nella ricerca di una professione alternativa.  Oppure iscriviti a Jobmetoo, la prima agenzia italiana online che favorisce l’incontro tra candidati con disabilità o appartenenti alle categorie protette e il mondo del lavoro. Inoltre, potresti usufruire anche di ulteriori forme di sostegno finanziario:

  • Alcuni datori di lavoro includono l’assicurazione per l’invalidità tra i benefit destinati ai dipendenti. In caso contrario, puoi sempre sottoscriverla tu in prima persona. Una assicurazione per l’invalidità potrebbe aiutarti infatti a recuperare parte del tuo reddito proprio nel caso in cui una malattia o un infortunio ti impediscono di lavorare regolarmente.
  •  Lo Stato riconosce alle persone affette da disabilità e ai loro familiari numerose agevolazioni fiscali riguardanti le seguenti aree:
    • agevolazioni per l’acquisto dei veicoli;
    • agevolazioni per l’acquisto degli ausili tecnici e informatici;
    • deducibilità delle spese mediche e di assistenza sanitaria;
    • detrazioni per le spese di eliminazione delle barriere architettoniche;
    • agevolazioni specifiche per i non vedenti;
    • agevolazioni per i servizi di interpretariato.

Per sapere come usufruire di queste agevolazioni consulta il sito dell’Agenzia delle Entrate.

  •  Il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) garantisce l’assistenza sanitaria e socio sanitaria a tutte le persone con disabilità, fragilità e non autosufficienza. Le cure possono essere offerte agli assistiti sia a domicilio sia presso strutture residenziali o semiresidenziali accreditate dal Servizio sanitario regionale per l’erogazione delle prestazioni sanitarie. Inoltre, il SSN con l’istituzione del Punto Unico di Accesso (PUA) ha messo a disposizione del cittadino uno strumento molto utile per il reperimento delle informazioni sulle prestazioni sanitarie erogate dalla Asl e sui servizi sociali erogati dai Comuni o per segnalare la necessità di assistenza sanitaria e/o sociale.

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3. Scopri le forme di assistenza previste dalla legge

Con la Legge 104 del 1992 è stata introdotta nel nostro Paese una legge-quadro che disciplina l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone con disabilità. Tra i principali obiettivi di questa legge vi è certamente quello di rimuovere tutte le difficoltà che impediscono il raggiungimento della massima autonomia possibile e la normale partecipazione delle persone con invalidità alla vita della collettività.

Lo status di invalidità civile è strettamente legato alla riduzione delle capacità lavorative. L’ordinamento italiano riconosce benefici differenti a seconda della percentuale di invalidità accertata:

  • per un’invalidità inferiore al 33% non è riconosciuto nessun sostegno;
  • a partire dal 34% la legge riconosce ausili e protesi subordinati alla diagnosi indicata nella certificazione d’invalidità (Decreto Ministeriale 27 agosto 1999, n.332);
  • a partire dal 46% è prevista l’iscrizione negli elenchi provinciali del lavoro per il collocamento obbligatorio (Legge 12 marzo 1999, n.68);
  • i lavoratori con invalidità superiore al 51% possono usufruire di un congedo straordinario (Decreto Legislativo 23 novembre 1988, n.509) per le cure relative all’infermità riconosciuta (per un massimo di 30 giorni l’anno);
  • per gli invalidi con una riduzione della capacità lavorative superiore ai due terzi è prevista l’esenzione totale dal pagamento del ticket sulle prestazioni specialistiche e di diagnosi strumentale (Decreto Ministeriale 1 febbraio 1999) ;
  • gli invalidi, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, con una riduzione delle capacità lavorative superiore al 74% in presenza di determinati requisiti reddituali hanno diritto ad un assegno di assistenza mensile (Legge 30 marzo 1971, n.118);
  • agli invalidi, di età compresa tra i 18 e i 65 anni, a cui l’apposita Commissione sanitaria abbia riconosciuto una inabilità lavorativa totale (100%) e permanente e che si trovino, inoltre, in stato di  bisogno economico la legge riconosce la concessione della pensione di inabilità (Legge 30 marzo 1971, n.118);
  • chi è invalido al 100% ha diritto anche all’indennità di accompagnamento. L’assegno è riconosciuto, indipendentemente dal reddito, a chi non è in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita o non è in grado di deambulare senza l’aiuto di un’altra persona(Legge 11 febbraio 1980, n.18).

  In conclusione, quando la vita ci mette di fronte ad un grave problema di salute in grado di limitare la nostra capacità lavorativa e di modificare le nostre abitudini quotidiane è importante prendere atto dei cambiamenti in corso. Ciò non significa arrendersi dinanzi alle difficoltà, ma concentrarsi su ciò che si può fare per continuare a vivere al massimo delle proprie possibilità: informandosi sulle agevolazioni e sui benefici riconosciuti dalla legge, fissando degli obiettivi realistici e, in generale, affrontando la vita come una grande sfida da vincere.