Gli sport più adatti ai ragazzi

Dopo pochi mesi dall'inizio di uno sport molti ragazzi abbandonano. È il cosiddetto drop out. Tra i motivi dell'abbandono c'è sicuramente la scelta errata della disciplina. Lo sport dovrebbe essere scelto sulla base della predisposizione, dei gusti, ma soprattutto dell'età. Scopriamo i consigli della Società italiana pediatria.

Il corpo umano è una macchina perfetta che lavora al meglio in movimento. Per questo fare attività fisica con costanza è un’abitudine salutare, una forma di prevenzione nei confronti di malattie patologiche: aiuta ad esempio a limitare il rischio obesità e a migliorare lo sviluppo osseo. Ecco perché, fin da bambini, è fondamentale fare un’attività sportiva.

Bambini e attività fisica: i dati di partenza

La Società Italiana Pediatri lo sa bene e non perde occasione di sensibilizzare i genitori sull’argomento, anche tramite operazioni mirate nelle scuole. In Italia purtroppo i tassi di sedentarietà sono tripli rispetto a quelli di altri stati europei. E se tra i 6 e i 10 anni, quasi il 55% dei bambini fa un’attività sportiva, già dagli 11 anni le percentuali cominciano a calare in caduta libera, fino a raggiungere quota 34% a 18 anni.

Per sensibilizzare i diretti interessati (cioè gli under18), la SIP ha semplificato le linee guida da seguire in una simpatica vignetta. Così dopo la piramide alimentare, abbiamo un nuovo punto di riferimento per contrastare obesità & co.: la piramide dell’attività motoria.

La piramide dell'attività motoria

Questo perché a preoccupare i pediatri non è solo l’abbandono dell’attività, quanto la totale sedentarietà del 25-30% di ragazzi e ragazze dai 14 anni in su.

Un rischio secondo il Presidente della SIP, Giovanni Corsello, che dice: Una regolare attività fisica e motoria in età evolutiva, insieme alle corrette abitudini alimentari, sono uno strumento decisivo di prevenzione della salute per le future generazioni.

Abitudini e stili di vita sbagliati

Ma perché i nostri ragazzi sono così restii al movimento e all’attività fisica? Di certo un ruolo importante lo gioca la tecnologia, che rende tutto “a portata di mano” comodamente dal divano di casa. Si parla via chat. Si gioca direttamente online. Ci si vede in videochat. Si socializza via app.

Senza contare che per un’ora di attività fisica in palestra, bisogna disporre di almeno il doppio del tempo libero, considerando i tempi (morti) di percorrenza da casa alla palestra e viceversa, con i mezzi (propri o pubblici).

Se a questi fattori aggiungiamo anche l’ingombrante presenza di alcuni genitori nel processo decisionale dei figli, il dado è tratto: non si può svolgere un’attività senza la minima passione.

La realtà è che bisogna trovare un compromesso tra le naturali inclinazioni dei nostri ragazzi, le loro esigenze fisiche e le convinzioni dei genitori. È importante infatti capire a fondo quali sono i gusti personali per riuscire a determinare quale sport potrebbe essere considerato divertente da fare. Il dialogo genitori-figli si conferma ancora una volta lo strumento ideale per riuscire a formulare la risposta corretta.

Come scegliere lo sport più adatto

La SIP ci viene incontro con alcune indicazioni utili, sia per la scelta migliore in base all’età che in base al carattere del bambino. Agli adulti rimane il compito di applicare i suggerimenti, tenendo conto della realtà familiare (dal punto di vista economico e logistico soprattutto).

Fermo restando che fino agli 8 anni si dovrebbe cercare di svolgere attività fisiche il più complete possibili, per rafforzare lo sviluppo completo del corpo, vediamo nel dettaglio le attività più adatte in base all’età.

Tra i 3 e i 5 anni

Il nuoto si conferma lo sport migliore perché permette di fare esperienza diretta di coordinazione e forza, ma anche di disciplina e di uno sviluppo fisico armonioso.

Tra i 5 e i 7 anni

L’attività fisica ideale è il giusto mix tra attività di gruppo e individuali.

Tra le attività adatte a queste età ci sono:

  • il calcio: sviluppa la resistenza e le capacità respiratorie, ma anche spirito di gruppo e capacità di relazionarsi, ma è un tipo di attività fisica troppo focalizzata sugli arti inferiori quindi sarebbe bene affiancare un’attività che permetta il riequilibrio a livello di sviluppo fisico
  • la pallavolo e la pallacanestro fanno lavorare sia la parte superiore che quella inferiore del corpo e sono considerate come attività complete, in più aiutano a sviluppare anche lo spirito di gruppo
  • nuoto e ginnastica sono le attività migliori dal punto di vista di un equilibrato sviluppo fisico sia osseo che di articolazioni, utili anche per sviluppo relazionale e consapevolezza di sé
  • le arti marziali richiedono coordinazione avanzata, ma sono perfetti per l’equilibrio, la coordinazione, il controllo dell’aggressività e per migliorare la fiducia in sé.

Oltre gli 8 anni

È il momento in cui si può decidere se intraprendere uno sport competitivo o continuare con una sana attività fisica per il benessere di mente e corpo. È importante far comprendere al bambino che fare sport a livello agonistico comporta immancabilmente un impegno maggiore nell’organizzazione personale, per non perdere di vista il principale obiettivo (lo studio), per assicurarsi di mantenere il corpo nelle condizioni ideali (una corretta alimentazione) e nella riduzione del tempo libero a disposizione.

Una presa di coscienza necessaria prima di decidere se intraprendere o meno la strada dell’agonismo. Per una visione di insieme sugli sport da scegliere in base all’età e alle inclinazioni personali, prova a dare un’occhiata alle schede pubblicate su nostrofiglio.it

Dall’attività all’agonismo

Come sostengono i pediatri, il passaggio da un’attività fisica a quella agonistica deve essere il più naturale e indolore possibile, senza forzature.

Secondo Giorgio Piacentini, referente della SIP per la promozione dell’attività fisica, “il bambino dovrebbe essere posto nella condizione di essere attratto dall’attività fisica e sportiva per puro piacere e divertimento, facendogli acquisire le abilità necessarie per progredire nell’ambito sportivo, ma soprattutto facendo in modo che il movimento diventi una vera e propria abitudine, piacevole e appagante, da mantenere nelle epoche successive della vita”.

L’importanza di fare sport

Insomma, lo sport migliora i rapporti con sé e con gli altri, riduce lo stress e rende più concreti nel raggiungimento degli obiettivi, regola il metabolismo, ci assicura lo sviluppo adeguato a livello scheletrico e muscolare e, soprattutto, è un’attività divertente oltre che piacevole per i bambini.

In più, rappresenta l’elemento cardine di una crescita fisica, intellettiva ed emotiva completa: utile per la crescita sana, sperimentando successi e insuccessi, imparando l’importanza del rispetto delle regole e dei tempi, in modo assolutamente salutare.

Infine, lo sport è portatore sano di socializzazione (quella reale) e, al giorno d’oggi, ne abbiamo tanto bisogno, ancor più che in passato. E se usato come collante nel rapporto genitori-figli, ha un unico effetto collaterale: migliorare il rapporto in particolare e la vita familiare in generale.

Se stai pensando di iscrivere tuo figlio a un’attività sportiva, non dimenticarti di mettere in sicurezza la sua salute: con una polizza infortuni e malattie pensata per i bambini e i ragazzi, lui potrà godersi spensieratamente la sua ora sportiva e tu potrai vivere senza preoccupazioni, sapendo che in caso di infortuni tuo figlio potrà accedere alle cure migliori.

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