Infortuni sul lavoro: quali sono i più frequenti e i settori a rischio

L’incidente sul lavoro è tutelato dall’Inail, ma quando il fattore di rischio è alto vale la pena di considerare altre coperture, soprattutto nel caso di lesioni che comportano inabilità temporanea al lavoro.

 

Se sei un lavoratore dell’edilizia, un bracciante agricolo, un magazziniere o operatore della sanità e dell’industria alimentare, devi fare i conti con un alto rischio di infortuni sul lavoro.  A dimostrarlo sono le statistiche Inail, l’Istituto Nazionale che assicura e indennizza gli incidenti avvenuti sul luogo di lavoro o nel percorso per raggiungerlo (infortunio in itinere). Il totale degli infortuni sul lavoro riportato nella tabella gennaio-novembre 2018 infatti, supera il mezzo milione (592.571) di denunce tra cui 615 con esito mortale, evidenziando anche i settori, le fasce di età e le modalità in cui gli incidenti sul lavoro sono più frequenti.

Il lunedì è la giornata nera. La fascia di età a più alto tasso di incidente è quella compresa tra i 50 e i 54 anni (74.960 infortuni) subito seguita dai 45/49enni e tra i settori più a rischio, si confermano quello delle costruzioni (31.027 denunce), quello del commercio all’ingrosso, al dettaglio e riparazione di veicoli (34.501), le attività di magazzinaggio e trasporto (31.361) e il settore sanitario e dell’assistenza sociale (25.501). Nel comparto dell’industria invece, spiccano per tasso di infortuni sul lavoro il settore della fabbricazione di prodotti in metallo (17.940 denunce), della produzione di macchinari (10.597) e l’industria alimentare (8.373).

Insomma, un lavoratore di mezza età occupato in settori a rischio e nel momento della vita in cui il peso della famiglia è più stringente, è colui che deve essere più consapevole dell’eventualità di un incidente, le cui conseguenze possono andare da una banale distorsione all’inabilità permanente al lavoro, sino all’esito fatale.

COME COMUNICARE L’INFORTUNIO SUL LAVORO. L’avvio della procedura di infortunio è regolata per legge (D.P.R. 1124 del giugno 1964).
  • Il datore di lavoro deve avvisare e recarsi in pronto soccorso
  • In pronto soccorso si redige certificato con diagnosi e prognosi
  • Restituire il certificato al datore di lavoro
  • Il datore di lavoro ha 48 ore per effettuare la denuncia/comunicazione di infortunio all’Inail
  • La denuncia è telematica e cartacea solo per i lavoratori dell’agricoltura
  • La mancata denuncia comporta una multa tra i 1.290 a 7.745 euro

Gli infortuni sul lavoro nelle costruzioni

Quello delle costruzioni è il settore a più alto rischio di infortuni con esito mortale e gli incidenti sul lavoro riguardano soprattutto attività di costruzione specializzate (62,2 per cento) e la costruzione di edifici (30,8 per cento). In questo settore si verificano infortuni che avvengono per lo più nelle ultime ore lavorative della giornata. Le lesioni più frequenti sono contusioni (24,7%) lussazioni e distorsioni (24,2%) e fratture, mentre le parti del corpo più colpite sono mano, gamba e testa.

Settore food e infortuni sul lavoro

Con 50mila aziende e oltre 400mila addetti, l’industria alimentare italiana vale circa 140 miliardi di euro (8% del Prodotto interno lordo). E ogni circa 150 casi di infortunio lavorativo, ogni anno risulta coinvolto un mezzo di trasporto, spesso gestito da “padroncini” autonomi che sfuggono alle tutele Inail.

Anche in questo settore sono molto frequenti contusioni, distorsioni e ferite, spesso da taglio o provocate dai macchinari. In particolare, nel settore dei prodotti da forno, il 38 per cento degli infortunati ha un’età compresa tra i 35 e i 49 anni e la mano e le dita sono le parti più sollecitate e più lesionate (33 per cento in complesso).

I magazzini e gli incidenti professionali

Secondo l’Inail, il settore dei trasporti e della logistica occupa più di un milione di persone e in un contesto che nel 2016 ha visto circolare più di 50 milioni di veicoli, ben 176mila sono stati coinvolti in incidenti stradali provocando 250mila tra morti e feriti. In linea generale, il settore del magazzinaggio e dei trasporti è allineato con quello delle costruzioni per rischio di infortunio sul lavoro o malattia professionale.

Le posture scorrette, gli sforzi ripetuti, i ritmi di lavoro serrati, lo stare seduti a lungo alla guida e la movimentazione dei carichi portano a disturbi muscoloscheletrici, lamentati nel 76 per cento delle denunce di malattia professionale. A seguire, i disturbi del sistema nervoso, cadute  e ferite da schiacciamento. Insomma, ciò che può non costituire un problema in giovane età lo può diventare con il tempo.

Donne, tra lavoro e incidenti domestici

Il rischio di infortunio per le donne è stato fotografato dall’Inail nel 2017 e come è facile intuire, l’incidenza degli incidenti sul lavoro è più alta in quei settori in cui le donne sono tradizionalmente impiegate: servizi domestici e familiari (89,5%), sanità e assistenza sociale (73,6%) e confezione di articoli di abbigliamento (70,6%). Prendendo in esame solo i casi avvenuti sul lavoro, la caduta risulta essere per le donne la prima causa di infortunio (30,7% del totale al femminile) seguita dalla perdita di controllo di un veicolo e risultano anche più frequenti gli infortuni sul lavoro in itinere.

Per le donne tra i 18 e i 65 anni che si occupano esclusivamente della casa, è obbligatoria l’assicurazione contro gli infortuni Inail ma questa risulta ancora poco praticata, anche perché gli indennizzi ottenibili riguardano soltanto gli infortuni che determinano un’invalidità permanente superiore al 27%, escludendo quindi, cadute, fratture e interventi meno gravi da pronto soccorso che invece possono ugualmente limitare, temporaneamente, la possibilità di lavoro.

Infortuni sui banchi di scuola

E gli infortuni ai figli? Gli incidenti scolastici dimostrano come l’esuberanza dei ragazzi andrebbe tutelata sempre. Nel 2017, sono pervenute all’Inail oltre 80mila denunce d’infortuni occorsi nelle scuole pubbliche e private e le parti del corpo più colpite sono le mani e le caviglie, interessate principalmente da lussazioni, distorsioni e distrazioni, contusioni, fratture e ferite. Dal punto di vista assicurativo, gli studenti sono protetti contro gli infortuni avvenuti durante attività tecnico-scientifiche, esercitazioni pratiche o di lavoro e nei viaggi d’istruzione, ma non nel tempo libero e nella attività di studio a casa.

Indennizzi Inail e assicurazioni private

Gli infortuni sul lavoro sono materia Inail e si concretizzano in presenza di tre condizioni: un evento traumatico che provoca lesioni o morte, il collegamento tra questo evento e l’attività lavorativa e un’inabilità superiore a tre giorni.

Il risarcimento del danno è a carico del datore di lavoro per i primi 4 giorni, mentre l’Istituto subentra dal quinto giorno in poi. Il primo giorno di infortunio è a paga completa, poi si scende al 60 per cento. Anche l’indennizzo Inail non è totale, ma corrisponde solo il 60 per cento della paga sino al 90esimo giorno e il 75 per cento dal 96esimo giorno sino alla guarigione. In caso l’infortunio provochi lesioni permanenti, l’Inail risarcirà il danno biologico con un capitale o con una rendita secondo le sue specifiche tabelle.

L’assicurazione Inail è obbligatoria, ma in alcuni casi l’indennizzo parziale (60 o 75 per cento) può non bastare. E qui entrano in scena le assicurazioni private contro gli infortuni, che permettono di tutelarsi contro una più ampia casistica di infortuni, (compresi quelli domestici, sportivi o nel tempo libero) e i cui indennizzi sono cumulabili con quelli Inail e attivabili con una telefonata. Si tratta di polizze flessibili, fondamentali ad esempio per i lavoratori autonomi e chi vuole proteggere l’intera famiglia senza incorrere in spese impreviste e garantendosi allo stesso tempo diarie e servizi.

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Fonti:

www.Inail.it

www.Istat.it

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