Il portafoglio nello smartphone: nuovi sistemi di pagamento e sicurezza

Si moltiplicano i sistemi di pagamento elettronici. Dall'home banking alle App generiche e non legate alle banche, ai pagamenti online sui marketplace fino al riconoscimento facciale. Come funzionano e quanto sono sicuri?

Con il digitale tutti i supporti fisici, comprese le banconote e le monete, smettono di essere indispensabili. Basta avere una carta o uno smartphone a portata di mano (chi non ce l’ha?) per fare acquisti sia online – su marketplace ed ecommerce – che offline, nei negozi tradizionali. E la rivoluzione tecnologica non si è certo fermata al contactless, il sistema di pagamento ormai diffusissimo per il quale basta avvicinare la carta al POS per far scattare la transazione.

 

Come sono cambiate le abitudini di pagamento degli italiani

In meno di un secolo la disponibilità di contanti delle famiglie è passata dalle banconote tirate fuori dalle cuciture dei materassi al pagamento con una tesserina di plastica o addirittura con lo smartphone: un cambiamento epocale che ha coinvolto tutti.
I dati dell’Associazione Banche Italiane confermano il successo della moneta elettronica [1]: nel 2016 quasi 2 operazioni su 3 sono digitalizzate e l’uso dello smartphone è quadruplicato in 4 anni. Dal 2005 al 2016 sono aumentate del 368% le operazione con carte su POS coprendo una quota del 53,5% sul totale delle transazioni senza contanti.

A questi dati fanno eco quelli dell’Osservatorio del Politecnico di Milano [2] secondo i quali “i pagamenti in mobilità legati all’e-commerce da smartphone hanno raggiunto i 3,9 miliardi, mentre fa segnare +67% il mobile remote commerce, ovvero l’acquisto direttamente via App.

App per pagare: quelle delle banche e i servizi di terze parti

Abbiamo visto quanto sia cresciuto il cosiddetto Mobile Remote Commerce, ovvero l’acquisto e il pagamento tramite App. In buona sostanza per pagare non serve neppure estrarre la carta dal portafoglio ma è sufficiente avere il cellulare a portata di mano. Ma le applicazioni sono di tipo differente e non funzionano tutte usando la stessa tecnologia.

Le App per pagare con lo smartphone sono essenzialmente di due tipi:

  • App che usano la tecnologia Nfc (Near Field Communication), la stessa delle carte contactless: per pagare devi avvicinare il telefono al Pos. Funzionano così Apple Pay e i servizi di molti istituti di credito come Unicredit, Postemobile, Cartasì oppure di compagnie telefoniche come Vodafone.
  • App di servizio dove il pagamento avviene via web tra contatti che hanno aderito alla stessa piattaforma (normali utenti o negozianti). È il caso di Jiffy, Satispay e altri.

La prima categoria è sicuramente quella più utilizzata, anche perché gli esercenti abilitati a ricevere pagamenti tramite sfruttando App-piattaforma sono ancora ancora pochi.

Per poter accedere a questo metodo di pagamento innanzitutto bisogna avere un cellulare abilitato – e solitamente si tratta degli Apple e degli Android successivi alla versione 4.4 (Kit-Kat) – e una Simcard abilitata Nfc. Per sapere se puoi usare il tuo telefono puoi contattare il tuo gestore telefonico.

Devi poi scaricare l’App dedicata al pagamento: può essere quella della banca o quella del gestore telefonico. Solitamente (come nel caso di Unicredit) bisogna avere un conto corrente presso l’istituto di credito proprietario dell’App, oppure (nel caso di Vodafone) essere clienti di quell’operatore telefonico.

Una volta istallata l’applicazione sarà necessario fornire i dati del proprio conto corrente, della carta bancomat o della ricaricabile o ancora del proprio account Paypal.

Da questo momento in poi il tuo telefono sarà abilitato a pagare come se fosse un bancomat. Gli esercizi che hanno un POS abilitato solitamente espongono sulla vetrina o accanto alla cassa il tipico simbolo del contactless:

Diverso è il caso delle App di servizio, nati come piattaforme per lo scambio di denaro peer-to-peer (letteralmente “fra pari”) ma ben presto adottato dal commercio che ne ha considerato i vantaggi principali: la comodità e la rapidità.

Funziona come una community dove ci si iscrive e si iscrive il proprio conto corrente. Tramite l’App stessa, chi compra il prodotto o il servizio può selezionare il venditore, ovvero il destinatario della transazione, da un elenco di utenti registrati. Una volta trovato il venditore – un privato o un negozio – si manda un messaggio come se si trattasse di una chat. La transazione avviene tecnicamente tramite un bonifico bancario.

I servizi più usati oggi sono:

  • Satispay [3] è un servizio di pagamento mobile, disponibile per iPhone, Android e Windows Phone. Può essere utilizzato da chiunque abbia un conto corrente bancario per scambiare denaro con i contatti della propria rubrica telefonica e per pagare nei punti vendita convenzionati. Gli utenti attivi crescono a ritmo di 300 al giorno e da poco Satispay è anche in PagoPA, il sistema unico di pagamento della Pubblica Amministrazione per saldare online i servizi pubblici [4].
  • Jiffy [5], il cui claim è “Cash in a flash” (denaro, in un lampo) funziona in modo analogo a Satispay ma è partito più tardi rispetto al servizio pioniere. Oggi Jiffy dichiara di avere oltre 4,2 milioni di utenti attivi ed è offerto da 23 gruppi bancari: è dunque a disposizione per l’80% dei conti correnti italiani.[6]
  • Tinaba [7] il concetto è sempre lo stesso (si scambia denaro attraverso l’App), ma stavolta ci troviamo di fronte a un sistema che funziona su carta di credito. Il meccanismo è però differente e non è stato realizzato come una chat: per far partire la transazione bisogna infatti inquadrare un barcode. Un esempio? Sei in un negozio di abbigliamento che usa questo sistema, scegli un pullover, scansioni il barcode dell’etichetta e il tuo acquisto è già effettivo, senza passare dalla cassa.

Naturalmente il negozio deve aver adottato Tinaba. Lo scontrino? Arriva direttamente via mail e tutto il processo viene tracciato.

Accanto a questo grande gruppo di App innovative ci sono quelle – per così dire – tradizionali. È il caso delle App delle banche che consentono di controllare il proprio conto, gestire le carte collegate e pagare bollette, ricariche telefoniche e bonifici con pochi, semplici, click.

Il pagamento che riconosce i volti: l’esordio del futuro sugli smartphone di ultima generazione

L’abbiamo sentito dalla pubblicità ma pochissimi sanno già di cosa si tratta quando si parla di facial recognition. Tecnicamente è un sistema di riconoscimento dei volti in grado di identificare una persona attraverso la valutazione dei tratti somatici, basandosi su immagini che la ritraggono.

Già da molti anni i sistemi di riconoscimento facciale vengono utilizzati per scopi di sicurezza, ma ora si sono estese nel mondo degli smartphone e dei pagamenti digitali. In realtà, almeno in Italia, non c’è ancora questa possibilità ma la tecnologia a disposizione del nuovo IphoneX va decisamente (e dichiaratamente) in questa direzione.

“Face ID”, come si chiama questo sistema su piattaforma Apple, si propone innanzitutto di liberare gli utenti dalla necessità di digitare una password, o premere un pulsante per il riconoscimento dell’impronta digitale, per accendere la schermata del proprio smartphone e usarne le possibilità. Niente più segni da tracciare sul monitor oppure codici da ricordare, basterà un’occhiata nella fotocamera.

Attualmente Face ID non è ancora pienamente funzionante e per il momento permette acquisti con Apple Pay solo su Itunes store, App Store e Ibook Store. [8] L’innovazione, però, è avviata e presto, per pagare, basterà fare un cenno al nostro cellulare.

La rivoluzione dei bonifici bancari

A fine novembre 2017 è entrato in vigore l’ultimo rivoluzionario sistema di pagamenti in tempo reale grazie al quale oggi si possono ricevere bonifici in meno di 10 secondi, 24 ore su 24 e 365 giorni l’anno. Il nuovo sistema voluto dalla Banca Centrale Europea è attivo in tutta l’area Sepa (Area Unica dei Pagamenti in Euro) e anche in Italia ma non ancora in tutte le banche: lo sarà entro la metà del 2018 fornendo un ulteriore mezzo di sostituzione dei contanti negli acquisti. [9]

Una rivoluzione che sarà utile ai consumatori, ma soprattutto alle imprese in un momento nel quale è possibile –ad esempio – acquistare online una cena e vedersela consegnata 20 minuti dopo, mentre all’esercente l’accredito arriva solo diversi giorni dopo. “Di certo è un'opportunità in più anche per l'utente – commenta Carlo De Masi, presidente di Adiconsum - potrebbe anche tornare utile nel caso in cui ci venga staccata la corrente oppure quando vendiamo una macchina”.

La sicurezza delle transazioni digitali

Se con il contante nel portafoglio il rischio è perderlo per strada, con il contante elettronico il pericolo principale arriva dal furto dei dati o dei mezzi di pagamento che possono essere adoperati senza il nostro consenso.

Nel caso delle carte bancomat, prepagate o carte di credito ci deve essere la sottrazione fisica. In questo caso il ladro potrà effettuare piccoli acquisti sotto i 25 euro per i quali, già da qualche tempo, non è richiesto l’inserimento del codice di sicurezza ma basta avvicinare la carta al Pos. Il cliente che subisce il furto ovviamente deve contattare al più presto la sua banca o istituto di credito e richiedere il blocco della carta.

Anche nel caso dello smartphone ci può essere una sottrazione fisica dell’oggetto, ma per utilizzare i metodi di pagamento bisogna innanzitutto scardinare i nostri sistemi di sicurezza per sbloccare il telefono. E poi, per acquisti sopra i 25 euro, c’è sempre e comunque un codice Pin da inserire.

Ciò che invece preoccupa di più i consumatori sono i cosiddetti “furti a distanza”, ovvero i casi in cui il furto di dati personali oppure la corruzione di password e account potrebbe determinare acquisti senza autorizzazione dallo smartphone [10] . Stiamo parlando di malware, cioè forme di virus che si istallano sul telefono e sono in grado di sottrarre i dati ad esempio delle carte, oppure di phishing, una tecnica di truffa informatica via mail che invita il destinatario a eseguire delle operazioni con dati personali bancari su piattaforme fittizie.

In entrambi i casi è molto importante non fornire mai informazioni personali e relative ai conti correnti se non sei sicuro al 100% che il destinatario delle tue informazioni sia verificato e, soprattutto, le stia aspettando. Ricorda che, come viene ripetuto su tutte le policies di sicurezza informatica, le banche non chiedono mai le credenziali via mail né via sms.

Tuttavia il portafoglio digitale dello smartphone è dotato di sistemi di sicurezza abbastanza importanti: password o accessi biometrici (iride, impronta digitale o prossimamente facial recognition) sono richiesti sempre per inserire i dati negli acquisti.

Per i pagamenti via App i dati della carta e dell’utente sono sempre conservati in aree sicure del dispositivo oppure sui server dell’azienda che eroga il servizio e che è responsabile anche della sicurezza dei propri utenti.

Conclusioni e consigli finali

Pagare con lo smartphone è sempre più un’abitudine per moltissimi italiani e sempre più attività commerciali permettono di saldare da un caffé a un pullover con transazioni digitali istantanee.

Se vuoi sperimentare questo nuovo modo di pagare ricorda di:

  • Verificare qual è il sistema di pagamento maggiormente accettato nei posti che solitamente frequenti: ristoranti, supermercati, bar, negozi. Non avrebbe senso, infatti, istallare un’App che non viene accettata nei tuoi dintorni;
  • Informarti prima di acquistare il tuo nuovo smartphone sulle tecnologie supportate. Un telefono di ultima generazione ti garantisce non solo la possibilità di accedere alla gamma più vasta di sistemi di pagamento, ma anche di avere a disposizione più strumenti di sicurezza;
  • Non fornire password né credenziali via mail, sms, o chat a chicchessia. Pagare con il cellulare è comodo e veloce ma ti impone un’attenzione maggiore alla sicurezza: inserisci delle password adeguatamente complesse evitando date di nascita o serie numeriche troppo semplici da corrompere e tieni sempre il tuo telefono sott’occhio;
  • Evitare di cliccare su qualsiasi annuncio ti compaia sullo schermo, specialmente se stai scaricando delle App oppure se ti arrivano link via SMS. Proteggiti con sistemi di sicurezza adeguati.

 

Fonti per questo articolo

 

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