Allergia al gatto: 4 consigli per evitarla

I gatti sono tra gli animali domestici più diffusi e amati. Sanno dare affetto pur mantenendo la propria indipendenza, e la convivenza con loro offre vantaggi inaspettati e una buona dose di felicità. I mici, però, possono provocare forme allergiche: vediamo insieme perché, da quali sintomi riconoscerle e cosa fare per ridurle.

Hai l'allergia ai gatti? Ecco alcuni consigli pratici e rimedi che puoi seguire per evitarla.

Gatti e allergie, un binomio frequente

In Italia il 10% delle allergie è provocato dagli animali domestici. Su tutti, il gatto (5%). Come è emerso a Genova, in occasione del congresso nazionale “HighLights in Allergy and Respiratory Diseases 2015”, molte persone non sospettano di essere allergiche, perché abituate a convivere da sempre con cani o gatti. I problemi sorgono quando i sintomi diventano importanti, come rinite grave o asma, rendendo necessario il ricorso ad uno specialista. Non è raro il caso in cui questi possano addirittura presentarsi dopo un lungo periodo di latenza.

La causa principale delle allergie al gatto è una proteina - la Fel D1 - che si trova nella saliva e nella forfora dell’animale. Viene prodotta dalle ghiandole salivari e dai follicoli delle ghiandole sebacee. Leccandosi, i mici depositano questi allergeni sul proprio pelo e, quando la saliva si asciuga, diventano particelle sospese nell’aria. Cosa succede quando vengono inalate da soggetti allergici? Dall’asma all’orticaria, dalle polmoniti da ipersensibilità sino allo shock anafilattico. I sintomi più diffusi sono prurito al naso, lacrimazione, mal di gola e tosse. E, se non si interrompe il contatto con l’allergene, tendono a peggiorare.

Dopo aver effettuato il test allergologico che determina la presenza e il livello di intensità di un’allergia al gatto, esistono utili precauzioni da mettere in pratica, nei casi meno gravi, per limitarne gli effetti.

#1 Effettua la vaccinazione antiallergica

Dopo aver accertato la presenza dell’allergia al gatto con opportuni test cutanei e di laboratorio, è possibile assumere un vaccino. Come spiega il Prof. Guido Marcer (Responsabile del servizio di Allergologia del dipartimento di Medicina ambientale e sanità pubblica - Medicina del lavoro dell'Università di Padova), il vaccino viene prescritto da un allergologo e si assume a domicilio con regolarità per almeno tre anni.

#2 Adotta misure igieniche preventive

Tra le misure igieniche preventive, puoi:

  • ridurre la presenza di serbatoi di allergene, come tappeti e tende
  • rivestire materassi e cuscini con tessuti barriera, specifici per non far fuoriuscire gli allergeni in essi contenuti. È comunque preferibile evitare di far entrare il gatto in camera da letto
  • lavare spesso gli abiti, sui quali l’allergene del gatto si accumula
  • scegliere sistemi di ventilazione con filtri ad alta efficienza
  • utilizzare un aspirapolvere con filtro Hepa, studiato per le abitazioni di soggetti allergici. I suoi filtri speciali trattengono all’interno gli allergeni, liberando nell’ambiente solo aria pulita. In abbinamento, è anche consigliabile utilizzare un depuratore d’aria per la casa, che svolge un’azione sinergica
  • spruzzare prodotti anallergici su divani, letti, tappeti e cuscini
     

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#3 Utilizza farmaci specifici

Se preferisci evitare il vaccino, puoi ricorrere a farmaci antistaminici e decongestionanti, generalmente in grado di ridurre i sintomi. Tali farmaci, alcuni da banco e altri venduti dietro prescrizione medica, riducono la reazione del corpo agli allergeni o ne bloccano i sintomi attivati dall’istamina che i soggetti allergici rilasciano al contatto con l’allergene. Per l’assunzione di qualsiasi tipo di farmaco ti consigliamo di rivolgerti sempre ad un medico specialista.

#4 Scegli un gatto “anallergico”

Un’altra opzione, se non vuoi rinunciare né a un micio né alla tua salute, è quella di optare per una razza di gatto che abbia basse probabilità di scatenare allergie. È comunque necessario ricordare che, come emerso da un importante studio pubblicato sul Allergy and Clinical Immunology, non esiste un gatto che non produca Fel D1 - anche se alcune razze ne producono meno e, in generale, le femmine meno dei maschi. Queste le razze di gatto più indicate in caso di allergie:

  • il Gatto norvegese delle foreste
    Il norvegese delle foreste è una delle razze consigliate a chi soffre di allergie ai gatti. Di origine molto antica - accompagnava i vichinghi nei viaggi in mare - e originario della Scandinavia, pur non essendo totalmente anallergico ha una produzione di Fel D1 molto limitata e quindi non crea reazioni allergiche nella maggior parte delle persone sensibili.
  • il Gatto Siberiano
    Anche il siberiano è una razza che raramente scatena reazioni allergiche dell'apparato respiratorio. È originario della Russia, al cui clima gelido e nevoso deve il proprio manto idrorepellente, in abbinamento a una ridotta produzione di Fel D1; la saliva, quindi, scivola sul pelo e la dispersione nell’ambiente è molto minore rispetto alla maggior parte delle razze feline.   
  • lo Sphynx
    Lo Sphynx è detto “gatto senza pelo”, anche se in realtà presenta un manto cortissimo, simile alla pelle scamosciata. È affettuoso e intelligente e, anche se le allergie non sono scatenate dal mantello dell’animale, il fatto che questa razza ne sia priva, e quindi non disperda peli nell’ambiente domestico, può essere di grande aiuto per i soggetti allergici.


Gli animali sono fedeli compagni di vita, in grado di portare serenità e benessere in famiglia. Molti di loro sono persino utilizzati, grazie alla pet therapy, in protocolli di cura. Ma in caso di allergie, bisogna correre ai ripari e fare il possibile per evitare di interrompere la convivenza con il proprio gatto. Nel caso in cui questa si rendesse necessaria, è bene affidarlo a persone che godano della tua fiducia e sappiano accudirlo con affetto.