La pensione: non è mai troppo presto per pensare al futuro

A quanti anni potrò andare in pensione? E quanto prenderò? Domande che accompagnano la quotidianità di tanti lavoratori, più e meno giovani

Un argomento delicato e in continuo divenire, un campo minato difficile da legiferare, ma al tempo stesso fulcro dell’economia del Paese: una pensione (come anche un reddito di cittadinanza garantito) è un’isola felice capace di dare la serenità necessaria per affrontare la vita con maggiore programmazione e chiarezza d’intenti da un lato, ma anche una possibile ancora di salvezza interpretata come valido motivo di ozio e lassismo dall’altro.

Al momento, le ultime novità sull’argomento sono legate alla Riforma Pensioni 2016 che, secondo il Consiglio dei Ministri, potrebbe vedere la luce alla fine dell’anno. Nella proposta della Riforma si parla di pensione anticipata, prestito pensionistico e “opzione Donna” estesa agli uomini: proposte che consentono di anticipare di due o tre anni l’età pensionistica, penalizzando però le “buste paga” ricevute.

Sistema pensionistico: come funziona

Ad oggi, in Italia, ci troviamo di fronte a tre sistemi pensionistici: il retributivo (riguarda chi è andato in pensione prima del 31 dicembre 2011 e calcola la pensione sulla base delle retribuzioni percepite negli ultimi anni lavorativi), il contributivo (attivato il 1 gennaio 2012 e che calcola sulla base dei contributi versati) e il misto (relativo a chi aveva calcolato la propria pensione con il retributivo ma che è andato in pensione dopo il 31 dicembre 2011: in questo caso la pensione è stata calcolata in entrambi i modi e la scelta è stata fatta di conseguenza in base alle cifre calcolate).

Buste arancioni e calcolo della pensione online

L’INPS ha iniziato ad inviare le buste arancioni a chi non ha accesso a internet e a chi non ha richiesto il PIN INPS (codice necessario per accedere ai servizi online forniti dall’INPS sul suo portale), per informare sulla presunta età di pensionamento, sull’importo della pensione e sulla differenza previdenziale.

A breve, via web o cartaceo, tutti saranno in grado di guardare nel loro futuro pensionistico e decidere se organizzarsi per una pensione integrativa.

Invece chi è ancora lontano dal raggiungimento della soglia minima, sia in termini anagrafici che di contributi, per la richiesta di pensionamento ma fruisce di internet, può decidere se non pensarci o se provare a calcolare la propria pensione futura.

L’INPS ha infatti creato un simulatore online, chiamato “La Mia Pensione”, e lo ha pubblicato online il primo maggio, festa dei lavoratori: ironia della sorte, verrebbe da dire.

Il simulatore è dedicato ai lavoratori dipendenti, agli iscritti alla gestione separata, agli autonomi iscritti alle gestioni speciali, i dipendenti pubblici. L’accesso al simulatore è stato pensato scaglionato in base a gruppi anagrafici: dal primo maggio i lavoratori con meno di 40 anni, dal primo giugno i lavoratori con meno di 50 anni e dal primo luglio i lavoratori con più di 50 anni.

Ma questo simulatore a cosa serve? Il simulatore INPS ti permette di verificare gli importi dei contributi ricevuti (e in caso di mancanze o errori ti permette di comunicare direttamente le anomalie), di calcolare la data di pensionamento e l’importo presunto.

Per poter fruire del simulatore online è necessario essere in possesso del PIN (che possiedi già di sicuro se accedi al 730 precompilato). Se ne sei sprovvisto, puoi chiedere il tuo codice recandoti in una sede INPS, chiedendolo sul sito dell’INPS o tramite telefonata al numero verde 803164 (da rete fissa).

Pensioni complementari: una necessità

 

Pensioni complementari: una necessità

Grazie alle simulazioni, puoi facilmente renderti conto che nella migliore delle ipotesi potrai andare in pensione non prima dei 75 anni d’età e percepirai un 25% in meno rispetto alle somme odierne. In breve, la situazione attuale sottolinea una differenza generazionale troppo marcata e non ci lascia altro da fare che pensare ad una pensione integrativa, per colmare il gap previdenziale che ci ritroveremo a vivere.

È possibile crearsi una pensione integrativa con i fondi pensione, strumenti finanziari dedicati all’accumulazione di capitale per integrare la pensione. Se decidi di aderire ad un fondo pensione dovrai versare periodicamente una somma di denaro prestabilita.

Ad oggi esistono tre tipi di fondi pensione: fondi aperti cui possono aderire tutti i tipi di lavoratori e che sono gestiti da banche, assicurazioni e società di gestione del risparmio, fondi chiusi dedicati a specifiche categorie di lavoratori e PIP (piani di previdenza individuale) simili ai fondi pensione ma basati su polizze assicurative sulla vita.

Ma come orientarsi nella scelta?

La differenza principale è che i fondi pensione (aperti o chiusi) sono prodotti non assicurativi (che però per legge devono garantire il capitale versato) e possono avere adesioni collaborative, mentre i PIP sono prodotti assicurativi ad adesione individuale.

Altro elemento caratterizzante nella scelta è l’investimento richiesto. I fondi pensione chiusi sono quelli che in media costano meno (ma richiedono l’appartenenza a una categoria specifica di lavoratori), i fondi pensione aperti richiedono un investimento maggiore, i PIP sono di norma i più costosi, ma anche i più redditizi. Stando ai dati COVIP (Commissione Vigilanza sui Fondi Pensione), le percentuali di rendita si aggirano sul 5% per i fondi chiusi, arrivano all’8% per i fondi aperti e toccano quota 12% per i PIP.

Integrare la propria pensione

Possiamo affermare che il sistema pensionistico italiano ha tre pilastri: la pensione di base assicurata dall’INPS, i fondi pensione e le assicurazioni individuali, ma aderire a un fondo pensione è una scelta per il proprio futuro che può essere fatta solo a livello individuale e personale. Valuta se e come integrare la tua pensione...

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