Donazioni ai figli: come farle senza rischiare sanzioni

Nel momento in cui vi è un passaggio di denaro, caratterizzato da “spirito di liberalità”, ossia dalla volontà di arricchire l’altro senza interessi, si parla di donazione. La tendenza comune è quella di pensare che le donazioni ai figli, soprattutto se modiche, non necessitino di riconoscimento giuridico, ma non è così e si rischiano persino sanzioni. Vediamo come restare in regola con il fisco senza rinunciare al piacere di fare un regalo.

Per trasferire il denaro oggi, è sufficiente un clic: tramite tablet o smartphone, conti online e carte ricaricabili possiamo spostare i soldi da un conto all’altro in pochi secondi. Ma questa semplificazione, rischia di farci perdere di vista le regole previste dal sistema giuridico per il trasferimento di denaro: norme che regolamentano anche i casi apparentemente più ovvi come i trasferimenti di denaro tra genitori e figli.

 

Modalità di donazione ai figli: diretta e indiretta

La donazione di denaro da un genitore ad un figlio può avvenire in tre modi:

  • donazione diretta: quando si consegna il denaro senza specificare lo scopo del passaggio;
  • donazione indiretta con bonifico: quando si trasferiscono i soldi da un conto all’altro (o in contanti fino a 3.000 euro);
  • donazione indiretta al venditore: se si paga per l’acquisto di un bene, con la richiesta di intestarlo al figlio.

Le regole da seguire sono quelle indicate di seguito, anche se la donazione avviene all’estero.

Donazione diretta

Se la somma donata è consistente, il Codice Civile richiede che sia stipulato un atto pubblico davanti ad un notaio e in presenza di due testimoni per garantire la validità della donazione[1].

In questo caso, si dovrà procedere al pagamento delle spese di registrazione dell’atto e della parcella del notaio, mentre non sarà dovuta l’imposta di donazione (pari al 4%) se la somma non supera 1 milione di euro (detto “franchigia”).

La donazione di denaro è ritenuta valida anche in assenza di un atto pubblico nel caso in cui si configura come una donazione di modico valore[2], dove però il concetto di modicità è elastico.

La legge infatti a questo riguardo non fa riferimento a cifre esplicite e precise, ma stabilisce che “la modicità deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante e del donatario[2]. E comunque bisogna tener conto della norma antiriciclaggio[3] che non permette il trasferimento di denaro in contanti per importi pari o superiori ai 3.000 euro.

Nel caso di cifre consistenti e assenza dell’atto pubblico, la donazione è considerata nulla (a livello giuridico) per mancato rispetto della forma e il ricevente potrebbe essere costretto a restituire le somme ricevute in dono, per volontà del donante o dei suoi eredi, se costoro impugnano la donazione.

Donazione indiretta con bonifico

Se il genitore vuole donare al figlio, ad esempio, denaro per acquistare una casa o un’auto, può effettuare un bonifico bancario dal suo conto a quello del discendente specificando nella causale del bonifico lo scopo della donazione stessa: ad esempio, “donazione per acquisto auto”, “donazione per acquisto casa” e simili.

In casi come questi, il Codice Civile non richiede l’atto pubblico, quindi non è necessaria la presenza del notaio, né il pagamento di imposte.

Donazione indiretta al venditore

Nel caso in cui un genitore vuole aiutare il figlio ad acquistare un bene costoso (ad esempio, una casa), può scegliere di versare la somma direttamente al venditore del bene (ad esempio, al costruttore della casa), che poi intesta il bene al donatario (che diventa proprietario del bene).

Come nel caso precedente, trattandosi di donazione indiretta, dal Codice Civile non è richiesto un atto pubblico, né il pagamento di imposte.

In entrambi i casi di donazione indiretta è utile specificare che si tratta di denaro messo a disposizione dai genitori, per evitare futuri problemi fiscali e di successione al donatario.

Donazione ai figli: come farle rispettando le regole del fisco

L’Agenzia delle Entrate si aspetta che valga la formula “quanto guadagni, tanto spendi” e se i conti tra redditi dichiarati e spese effettuate non tornano, ne può dedurre che qualcosa non è stata dichiarata.

Se le spese superano le entrate del 20%, scatta l’accertamento fiscale e, donante e donatario, devono essere in grado (anche a distanza di tempo) di documentare lo spostamento del denaro per evitare controlli fiscali.

Vero è che, il nostro sistema giuridico, nel caso di donazione a familiari conviventi, non considera sospetta la donazione di modico valore in contanti: quindi se il donatario dovesse godere di un tenore di vita superiore alla propria dichiarazione dei redditi, l’Agenzia delle Entrate, prima di procedere ad un accertamento fiscale, tiene conto dei redditi di tutti i familiari conviventi. Ma è altrettanto vero che il sistema giuridico e fiscale seguono regole diverse.

Quindi, per agire secondo quanto il nostro sistema fiscale prevede ed evitare così di rischiare un procedimento per evasione fiscale, è sempre bene eseguire le donazioni con strumenti che garantiscono la tracciabilità delle operazioni di spostamento di denaro, dunque con bonifico o assegno.

Tracciabilità delle donazioni

Nel caso di donazione a familiari conviventi e non, le scelte migliori sono:

  • un assegno non trasferibile
  • un bonifico bancario con esplicita causale (ad esempio, “Donazione per rata auto”, “Donazione per mutuo casa”, “Regalia”).

Atto di donazione o scrittura privata

Nel caso in cui il figlio non abbia un conto bancario (se si tratta di un minorenne potrebbe essere normale) e debba ricevere la donazione in contanti, si può effettuare una scrittura privata, trasferendo il denaro in contanti e firmando un documento tra le parti per formalizzare lo scambio, specificando che si tratta di una donazione (o di un acrestito infruttifero). La scrittura privata va poi presentata all’Agenzia delle Entrate per registrare la data del passaggio di denaro ed evitare quindi contestazioni da parte del fisco.

In caso di contanti, la somma donata deve rispettare il limite di 3.000 euro imposti dalla norma antiriciclaggio[3].

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Conclusioni e consigli finali

Abbiamo visto come dietro le abitudini comuni considerate dai più come assolutamente naturali, come il caso di donazione di denaro ai figli da parte di genitori, possano celarsi possibili complicazioni sia giuridiche che fiscali.

Naturalmente non parliamo qui della concessione di una paghetta di qualche decina di euro, ma della cessione di somme più consistenti che possono essere necessarie per aiutare nell’acquisto di un bene importante, come una casa, un’automobile, un corso di specializzazione, un’esperienza all’estero.

In questi casi è bene ricordare di:

  • Effettuare la donazione sempre in modo tracciabile, dunque attraverso un bonifico bancario (specificando nella causale “donazione per...” oppure “regalia”) oppure attraverso un assegno non trasferibile;
  • Conservare la documentazione del passaggio di denaro per eventuali accertamenti oppure per contestazione di altri eredi;
  • Evitare donazioni in contanti per importi superiori a 3 mila euro (norme antiriciclaggio).

Fonti per questo articolo

[1] Artt. 782 e 2699 Cod. Civ.
[2] Art. 783 Cod. Civ.
[3] L. 208/2015, art. 46 co. 1 che modifica l’art. 49 co. 1, d.lgs. n. 231/2007 >> https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/00978627.pdf
[0] Le donazioni e altri atti a titolo gratuito, Agenzie delle Entrate >> http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/wcm/connect/581a4a004fc937b0982cbf5aa776101a/guida+atti+notarili+premessa+cap5.pdf?MOD=AJPERES&CACHEID=581a4a004fc937b0982cbf5aa776101a