Lavoratori autonomi:come proteggersi dagli imprevisti

Anche se messi a dura prova dall’emergenza sanitaria il lavoro autonomo esercita ancora un grande fascino sugli italiani. Fra i vantaggi in primo luogo la possibilità di gestire il proprio tempo in totale libertà. Un aspetto che non può non mettere in evidenza anche alcuni rischi: in caso di incidenti, l'assenza forzata dal lavoro può essere un problema. L'assicurazione vita o infortuni, però, può venirci incontro

L’emergenza sanitaria da Coronavirus ha colpito molto duramente il mercato del lavoro autonomo. Secondo il Ministero dell’Economia, infatti, da aprile a giugno sono state aperte soltanto 94.932 nuove partite Iva, il 30,7% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Un segnale positivo, però, è rappresentato dal fatto che se il calo ha raggiunto il 60% ad aprile, a giugno è stato soltanto del 4%. In sostanza lavorare per sé, piace sempre agli italiani e anche se il momento di crisi è stato difficile da superare, la voglia di mettersi in proprio è sempre molta. Del resto, i vantaggi non mancano: scegliere quando e come prendersi una pausa dal lavoro, programmare le ferie senza dover tenere conto di esigenze aziendali (chiusure, colleghi, etc), iniziare a lavorare senza un orario imposto e preciso. Ma per un lavoratore autonomo è davvero così?

In realtà lo scotto da pagare per questa autonomia lavorativa potrebbe essere più importante di quello percepito.

Innanzitutto, sul fronte del carico di lavoro, pochi sanno che, chi non è dipendente, è costretto – nella maggior parte dei casi – a fare da contabile e da amministratore di se stesso: oneri fiscali, fatture, tasse e scadenze sono tutti compiti che bisogna imparare a comprendere e trovare il tempo di gestire.

Non sono impegni di poco conto, specie se si decide di farsi aiutare da tirocinanti, collaboratori o lavorare con degli associati. Un bravo commercialista pertanto è un aiuto preziosissimo per la gestione delle pratiche connesse con il lavoro autonomo.

Oltre ciò, il freelance deve necessariamente occuparsi, specie all’inizio, della promozione della propria professione e dunque di un aspetto per così dire commerciale e di accounting, investendo il proprio tempo senza alcun ritorno immediato di denaro.

Quello che infatti caratterizza il lavoratore autonomo rispetto all’opinione pubblica è la mancanza di tangibili “certezze” rispetto al proprio stipendio e alla propria posizione: il bilancio annuale di un freelance dipende strettamente da quanto egli stesso sia abile a creare un business attorno a sé e alle proprie competenze, manuali o intellettuali che siano.

La necessità di una tutela personale e per la famiglia nel caso di lavoratore autonomo è perciò fortemente sentita da tutta la categoria, anche per via della diretta connessione che si stabilisce tra il fattore “lavoro effettivo” e il fattore “guadagno”.
 

Lavoratori autonomi, chi sono e cosa li differenzia dalle ditte individuali

Aprire una Partita Iva è sicuramente il primo passo per avviare un’attività lavorativa autonoma. La differenza tra lavoratore autonomo e ditta individuale esiste (anche se per lo più sulla carta) e riguarda essenzialmente gli oneri contributivi e fiscali oltre che l’iscrizione al registro delle Camere di Commercio, obbligatoria per le ditte individuali ma non per gli autonomi che possono invece iscriversi ad un proprio Albo Professionale oppure, in mancanza o in sostituzione, alla Gestione Separata Inps.

Questi servizi di previdenza separata (che sia cassa professionale o Inps) offrono indennità di base agli iscritti che coprono però solo alcuni eventi specifici che solitamente sono disoccupazione e maternità e/o paternità. Per essere protetti anche in caso di assenza dal lavoro per malattia, invalidità temporanea o permanente o addirittura avere garanzie estese alle evenienze più gravi, bisogna necessariamente rivolgere lo sguardo a soluzioni integrative.

Dunque se hai una Partita Iva, che tu sia libero professionista, imprenditore, titolare di una ditta individuale o lavoratore autonomo, ti sarai posto spesso il problema di come tutelare la tua salute, tuoi affari e la stabilità familiare.

 

Assenze dal lavoro, un’assicurazione per il lavoratore autonomo esiste

La libertà di azione, l’autonomia decisionale, la possibilità di lavorare sulle proprie idee e la gioia di vederle realizzate, l’autoimprenditorialità, sono le cose che forse più di ogni altre compongono la passione di ogni lavoratore autonomo per la propria attività.

Attività che costituiscono ormai un quarto del tessuto economico italiano e pertanto contribuiscono a reggerne le sorti. Oltre agli strumenti generali di welfare, elaborati per tutte le categorie di autonomi dai governi in forma di sgravi fiscali e semplificazioni, è necessario più che mai pensare alle proprie tutele, per far sì che si possa restare ancora, per molto tempo e soprattutto sotto il segno della tranquillità e della protezione, l’Italia delle buone idee.

Esistono delle soluzioni che permettono di tutelare sé stessi e la propria attività: si tratta di assicurazioni che proteggono gli affari di un lavoratore autonomo in molte situazioni critiche che si possono verificare. Oltre ad assicurare una copertura per gli eventi più gravi e invalidanti, infatti, è possibile aggiungere una serie di servizi utili che accompagnano il lavoratore autonomo e il libero professionista nella vita di tutti i giorni, garantendo tranquillità e sostegno in caso di necessità.

Le soluzioni più complete, infatti, garantiscono un contributo economico per accedere alle cure mediche, così come la possibilità di ottenere una diaria in caso di infortuni che necessitano di una convalescenza più “fastidiosa”, come può essere un gesso.

MetLife per esempio ha realizzato due prodotti, New Protection e Sicuro Subito. La prima soluzione è una polizza sulla vita, una classica temporanea caso morte di tipo key man. La copertura, quindi, garantisce una somma importante all’azienda nel caso in cui vengano a mancare figure strategiche per il suo business. Con New Protection di MetLife bastano così 60,84 euro al mese per assicurarsi 300mila euro in caso di decesso o di invalidità permanente (l’esempio è riferito a un cliente di 40 anni non fumatore). Qui è possibile calcolare un preventivo più accurato.

Sicuro Subito, invece, è una polizza infortuni che consente di far fronte a gravi imprevisti garantendo alla propria famiglia una somma importante per superarli. Il vantaggio rispetto a una polizza vita è rappresentato in primo luogo dal fatto che l’attivazione è immediata e non necessita di adempimenti medici come visite o esami medici. E basta una spesa di 11,20 euro al mese per garantire sicurezza e serenità alla propria famiglia e assicurare in caso di decesso e invalidità permanente totale da infortunio fino a 200mila euro.