Guida alla polizza vita

Stipulare una polizza vita per mettere al sicuro il proprio futuro e quello delle persone che ci stanno a cuore è una scelta saggia e responsabile. Per compierla nel migliore dei modi ti proponiamo questa mini-guida per orientarti ed individuare la soluzione più adatta ai tuoi obiettivi ed alla tua situazione.

Con una polizza mettiamo al sicuro il nostro futuro e quello delle persone che ci stanno a cuore.

A chi conviene assicurarsi sulla vita e perché

  • A chi ha persone care che dipendono economicamente e praticamente da lui: figli, partner, altri familiari non autosufficienti
  • A chi ha contratto un mutuo o un debito importante che non vuole rischiare di lasciare agli eredi o non vuole rischiare che questi perdano la proprietà dell’immobile acquistato
  • A tutti coloro che hanno un budget familiare con entrate e uscite vicine tra loro e, quindi, una capacità di risparmio che non permette di far fronte ad imprevisti importanti
  • A chi non ha familiari che potrebbero occuparsi di lui in caso in un’invalidità permanente che impedisse di lavorare
  • A chi ha avviato un’attività nuova o l’ha rifinanziata e vuole proteggere il patrimonio personale dall’investimento dell’azienda
  • Agli imprenditori che hanno bisogno di alcune persone specifiche per produrre reddito, in assenza delle quali avrebbero un danno economico
  • A chi desidera ottimizzare gli oneri fiscali di successione in favore degli eredi

Se almeno una delle situazioni di questo elenco corrisponde ad uno dei tuoi bisogni, leggere questa guida ti sarà molto utile per fare una scelta accurata e responsabile per te stesso, i tuoi cari e le tue aspirazioni per il futuro

Perché scegliere una polizza vita temporanea caso morte?

La polizza vita caso morte o temporanea caso morte (a volte abbreviata in tcm) è la forma più comune di assicurazione sulla vita e anche, spesso, la più conveniente.
Il funzionamento di questa assicurazione è molto semplice. Prevede che, in caso di morte della persona assicurata (o di invalidità se anche questa possibilità è prevista), ad un terzo soggetto venga pagata la somma che è stata scelta al momento della stipula del contratto di assicurazione.
I soggetti coinvolti in questo contratto sono, quindi, almeno tre, in alcuni casi anche di più.
Il primo è la compagnia assicurativa che si impegna a pagare nel caso si verifichi, durante la validità del contratto, l’evento per il quale si è deciso di assicurarsi, evento che viene definito sinistro.
Il secondo è la persona che stipula il contratto e che si fa carico dei costi, ovvero il cosiddetto contraente della polizza. Quest’ultimo può assicurare sé stesso ed assumere, quindi, anche il ruolo di assicurato, oppure una terza persona (il coniuge, un familiare, un dipendente). Indipendentemente dal fatto che il contraente coincida o meno con la persona assicurata, spetta comunque a lui di identificare il beneficiario o i beneficiari che riceveranno le somme assicurate in caso di sinistro.
Va da sé che la polizza vita è uno strumento utilissimo per tutelare le persone che dipendono economicamente dalla presenza e dalla capacità di lavorare di altre.

La perdita di un familiare è un evento irreversibile e, quindi, terribilmente difficile da accettare per una famiglia. Poter beneficiare di una polizza vita, tuttavia, permette di affrontare le difficoltà, sollevati dalla preoccupazione economica e, quindi, con l’opportunità di poter comunque portare a termine i progetti futuri: il pagamento di un mutuo, gli studi universitari dei figli, l’investimento in un’attività in proprio. Senza pensare troppo in grande, una polizza vita permette di sostenere le spese correnti – ad esempio l’affitto – e reintegrare le spese improvvise dovute ad un’invalidità o un decesso, come le spese mediche o le tasse di successione.  

Perché sottoscrivere una temporanea caso morte invece di una polizza di risparmio e investimento

Molti pensano che sostenere la spesa del premio assicurativo per una polizza che paga solo in caso di decesso o invalidità dell’assicurato sia una soluzione poco efficace. Questo perché il premio non viene “recuperato” se non succede nulla e quindi è più opportuno risparmiare, mettendo i soldi da parte o ricorrendo a prodotti di risparmio.
In verità se confrontiamo l’entità della somma assicurata con il premio pagato, ci rendiamo conto che nessuna formula di risparmio sul mercato è in grado di fornire lo stesso tipo di aiuto di una polizza tcm. Con un premio di 10€ al mese, è possibile assicurare alla famiglia una somma netta di 100.000 euro, anche dopo pochi mesi dall’adesione. Se il sinistro di verificasse dopo dieci mesi, dopo aver versato un premio totale di 100 euro, l’investimento sarebbe moltiplicato per mille, senza il rischio di restare a mani vuote a causa dell’andamento dei mercati finanziari. 

Il premio versato rappresenta quindi il valore pagato per poter godere della sicurezza del tenore di vita delle persone care che abbiamo scelto come beneficiari.

Come decidere l’ammontare da assicurare

La somma che la compagnia assicurativa verserebbe in caso di sinistro viene definita capitale assicurato. Affinché la polizza sia veramente efficace per tutelare il futuro della famiglia è importante ragionare bene sull’importo da assicurare.

In genere vanno considerati i seguenti parametri:

  • la presenza di persone non autosufficienti dal punto di vista economico e la loro età,
  • le spese sostenute per l’attuale tenore di vita e per portare a termine progetti per il futuro (studi, matrimoni, ecc.)
  • la presenza di debiti
  • la presenza di altre forme di tutela o altre entrate previste (es. vendita di immobili, eredità)

La somma assicurata deve essere sufficiente per coprire le spese correnti finché i beneficiari non saranno in grado di farlo autonomamente, di finanziare i progetti per il futuro e di estinguere eventuali debiti per non renderne responsabili gli eredi.
Se l’attuale reddito è sufficiente per mantenere il tenore di vita, si può calcolare il capitale più semplicemente, considerando gli introiti annui, al netto di tasse e imposte, e moltiplicarlo per il numero di anni necessari perché i beneficiari possano mantenersi in autonomia. Ad esempio, una famiglia con un figlio studente di 20 anni con un reddito annuo netto di 40.000€ può assicurarsi per 200.000€, ipotizzando di mantenere inalterato il tenore di vita per circa 5 anni, fintanto che il figlio completa gli studi e trova un lavoro.

Come stabilire la durata

Definita la somma da assicurare, è il momento dell’individuazione del periodo di validità dell’assicurazione. E’ un parametro da non sottovalutare, essendo strettamente correlato all’obiettivo per il quale abbiamo deciso di assicurarci ed avendo un’influenza diretta sul premio da pagare.

Inoltre, a meno che non si scelga una polizza con durata annuale, impostare una durata troppo breve può essere poco conveniente perché questa difficilmente si può estendere. Bisognerebbe stipulare una nuova polizza e, essendo aumentata l’età, se le condizioni di salute non sono le stesse di qualche anno prima, il rischio è di spendere di più.

Se ci assicura per tutelare il futuro dei figli dovremmo scegliere un numero di anni che li porti a compiere almeno 20 o 25 anni. Se ci stiamo assicurando perché abbiamo stipulato un mutuo, la durata giusta sarà quella del mutuo.

Se stiamo partecipano ad un progetto a breve termine per la quale abbiamo un ruolo insostituibile la cui assenza provocherebbe un danno economico, possiamo assicurarci per la durata del progetto. Alcune produzioni cinematografiche assicurano attori principali e registi per la durata della realizzazione del film ad esempio, che può durare uno o due anni.

Polizza vita. Serve anche a me?

Una polizza vita è un gesto di responsabilità verso i propri cari. Scopri come può aiutare anche la tua famiglia.
Confronta le polizze

Per non sbagliare, si può sempre scegliere la durata massima visto che le polizze arrivano anche fino a 30 anni di durata. Abbondare può far crescere il prezzo della polizza, perché più questa si prolunga, più l’assicurato sarà “vecchio” alla scadenza e l’età è uno dei criteri su cui viene calcolato il premio assicurativo, in quanto da essa dipende il rischio di morte.

Come detto le buone polizze vita offrono flessibilità sulla durata, fermo restando che tutte prevedono un età massima dell’assicurato oltre la quale la copertura cessa, tipicamente questa varia tra i 75 e gli 80 anni, mentre per l’invalidità, in genere, arriva fino a 65 anni.

Alcune compagnie propongono soluzioni con durata annuale, con possibilità di rinnovo (automatico o esplicito). Può essere una soluzione quando non ci si vuole impegnare all’inizio su una durata, ma è importante sapere ce in questo caso ogni anno il prezzo crescerà perché l’assicurato ha un anno in più. Per evitare sorprese è opportuno chiedere alla compagnia il piano che mostra come evolve il premio di rinnovo in rinnovo, in modo da avere un’idea immediata del costo reale della polizza e valutare se è conveniente rispetto alle formule con durata predefinita e prezzo fisso fino alla scadenza. 

Come scegliere le garanzie

Nella scelta delle garanzie dobbiamo tenere ben presenti qual è la finalità dell’assicurazione e quanto possiamo permetterci di spendere per l’assicurazione.

La garanzia decesso da ogni causa permette di tutelare il futuro delle persone a cui teniamo in caso non potessimo più occuparcene ed è senz’altro l’opzione base di questo tipo di polizza.
Può essere arricchita con delle opzioni che offrono una maggiorazione dell’indennizzo se il decesso avviene in condizioni particolari – ad esempio a causa di un infortunio o per un incidente stradale. Questa possibilità è interessante soprattutto per chi passa molto tempo alla guida, ad esempio un agente di commercio o un rappresentante, perché normalmente la spesa extra è contenuta a fronte di una maggiorazione dell’indennizzo che può arrivare anche a due o tre volte la somma assicurata.

Se ci interessa tutelare, non solo i nostri cari, ma anche noi stessi in caso un infortunio o una malattia ci impedissero irreversibilmente di lavorare, è importante aggiungere anche l’invalidità permanente totale.

Normalmente, nella maggior parte delle polizze, la somma assicurata per l’invalidità costituisce un’anticipazione del capitale assicurato per decesso. Ciò significa che su una polizza che prevede 100.000€ per decesso e 50.000 per invalidità, se si verificasse il sinistro per invalidità, all’assicurato verrebbero pagati i 50.000€ e, in caso di successivo decesso, i residui 50.000€ (ovvero la differenza tra il capitale decesso assicurato ed il capitale già pagato per il sinistro invalidità). Se le somme assicurate coincidessero (100.000€ per decesso e 100.000€ per invalidità) l’intero capitale verrebbe pagato al momento del pagamento del sinistro invalidità e la polizza si interromperebbe, senza liquidare nulla in caso di decesso.

Molte polizze prevedono anche ulteriori garanzie che erogano indennizzi alla diagnosi di malattie gravi, molto utili se si cerca una protezione completa senza vincoli di budget.

Quali esami medici bisogna presentare e perché

Per assicurare una persona sulla vita, vale a dire per attivare una copertura decesso o invalidità da tutte le cause, la compagnia di assicurazioni ha bisogno di conoscere alcune informazioni sulle condizioni di salute del potenziale assicurato. Una persona affetta da una malattia particolare o che per esempio soffre di ipertensione ha, almeno dal punto di vista statistico, un’aspettativa di vita diversa da una persona del tutto sana che conduce uno stile di vita corretto. Di conseguenza il premio assicurativo pagato da quest’ultimo soggetto sarà meno costoso. Valutare lo stato di salute è quindi funzionale a stabilire l’importo del premio assicurativo.

Questa valutazione può essere fatta sia attraverso delle dichiarazioni della persona da assicurare, sia attraverso un questionario oppure, più approfonditamente, con degli esami clinici. Normalmente, se la persona che desidera assicurarsi è giovane ed il massimale della polizza contenuto - come nel caso di un quarantenne che stipula una polizza da 150.000€ - la compagnia è disponibile ad attivare la polizza semplicemente ponendo alcune domande al cliente.

Al crescere dell’età e dell’ammontare del capitale assicurato, aumenta la necessità di fare una valutazione più puntuale che può prevedere anche la presentazione dei referti di alcune analisi, anche queste diverse a seconda dell’età e del sesso del cliente: si parte dall’analisi del sangue e delle urine, ma può essere necessario anche un elettrocardiogramma o altri esami.

Il caso più semplice, ovvero quello in cui la polizza può essere emessa con le sole dichiarazioni dell’assicurato o del suo medico di base, comporta un periodo di carenza (in media 180 giorni), ovvero una fase in cui la polizza copre in caso di decesso o invalidità da infortunio, ma non se questi eventi si verificano a causa di una malattia (salvo alcune cause improvvise, come ad esempio una malattia tropicale). Questo accorgimento serve a mitigare gli effetti del la valutazione meno approfondita rispetto alle visite mediche. Per una persona in buona salute può essere opportuno, anche dopo l’attivazione della polizza, presentare gli esami in modo da chiedere alla compagnia di annullare la carenza ed avere piena tranquillità sin da subito.

Come scegliere ed informare i beneficiari

Il soggetto o i soggetti a cui destinare la somma assicurata con la polizza temporanea caso morte può essere scelto liberamente dal contraente e non ci sono requisiti specifici richiesti dalla legge (articolo 1920 del codice civile). Se il titolare del contratto non avesse espresso preferenze, la compagnia considererà beneficiari gli eredi legittimi e dividerà equamente tra di loro l’indennizzo.

Naturalmente chi ha sottoscritto la polizza può decidere una divisione diversa della somma o identificare come beneficiari persone diverse dagli eredi, anche in assenza di vincoli di parentela.
Il beneficiario può essere indicato al momento della stipula della polizza, specificandolo nei moduli di adesione, ma anche in un momento successivo e può essere cambiato durante la validità della polizza, comunicandolo formalmente alla compagnia di assicurazioni. Il codice civile riconosce anche la possibilità di stabilire i beneficiari della polizza indicandoli nel testamento, considerando questa soluzione equivalente alla comunicazione scritta alla compagnia di assicurazioni.

I beneficiari possono essere al corrente o meno dell’esistenza della polizza e del loro diritto all’indennizzo. Informarli o meno è quindi una libera scelta dell’intestatario della polizza. E’ chiaro che la consapevolezza dei beneficiari aiuta la compagnia assicurativa ad assolvere all’obbligo di pagamento, in quanto le persone sono più facilmente identificabili e reperibili. Informare un altro familiare o una persona fidata dell’esistenza della polizza può essere un’alternativa da considerare per far sì che la richiesta di indennizzo venga effettivamente presentata alla compagnia di assicurazione nei tempi e che quest’ultima riesca a reperire velocemente i beneficiari.
I tempi per richiedere l’indennizzo nel caso della polizza vita sono molto lunghi: la legge concede ben 10 anni dalla data dell’evento, proprio per tutelare il diritto dei beneficiari. Certo è che, per massimizzare l’utilità della polizza nel momento di maggiore difficoltà, prima si procede con la richiesta alla compagnia meglio è per la famiglia. 

Quanto costa un’assicurazione sulla vita

La polizza temporanea caso morte classica che prevede il decesso e l’invalidità da ogni causa ha la particolarità di non avere un prezzo standard, perché l’entità del premio viene stabilità in base all’ammontare della somma assicurata, alla durata della polizza ed a caratteristiche personali dell’assicurato, ovvero la sua età, le sue condizioni di salute e le sue abitudini di vita. Per fare un esempio, una polizza per un fumatore è più costosa di quella di un non fumatore, a parità di importo assicurato, età e forma fisica.

Premesso questo è possibile farsi facilmente un’idea considerando che un 35enne non fumatore spenderebbe meno di 10€ al mese per una polizza caso morte da 100.000€. Volendo è possibile simulare il costo della polizza a questo link.

In caso di un cliente con età avanzata, abitudine a fumare o condizioni particolari di salute i costi potrebbero essere superiori. Un’alternativa per avere una protezione immediata può essere quella di stipulare un’assicurazione contro il decesso e l’invalidità permanente totale dovuta solo ad infortuni. In questo caso i costi sono inferiori e non influenzati dall’età e dallo stile di vita. Con Sicuro Subito di MetLife, ad esempio, assicurarsi per 200.000€ costa soli 11,20€ al mese.

Come godere dei benefici fiscali

Parlando di budget bisogna ricordare che le polizze che tutelano contro il decesso e l’invalidità permanente totale sono quelle che hanno conservato, in seguito alle recenti modiche, la maggior parte dei vantaggi fiscali.

Innanzitutto il premio pagato è detraibile fiscalmente fino ad una soglia che è stata soggetta a diverse revisioni negli ultimi anni. La detrazione prevista per la denuncia dei redditi 2016 è pari al 19% dei premi versati per le garanzie decesso e invalidità permanente totale (purché superiore al 5%) fino ad un massimo di 530 € totali.

Per beneficiare della detrazione basta disporre del riepilogo annuale dei premi versati l’anno precedente che, normalmente, le compagnie inviano al cliente specificando la quota da portare in detrazione.

I benefici più interessanti riguardano l’indennizzo versato ai beneficiari che, oltre ad essere impignorabile ed insequestrabile, non rientra nell’asse ereditario ed è esente da imposte di successione. Recentemente ci sono stati molti dubbi su quest’ultimo aspetto, perché la normativa fiscale sulle polizze vita è stata aggiornata, prevedendo trattamenti diversi per le polizze temporanee caso morte, rispetto alle polizze che hanno finalità di risparmio e investimento.   

Come leggere il fascicolo informativo e la documentazione contrattuale

La documentazione contrattuale che ti viene consegnata dalla compagnia o dall’intermediario è molto ricca. Ci sono alcune parti di essa su cui ti consigliamo di soffermarti in modo particolare.

Innanzitutto, tutti i documenti che comprovano l’attivazione della polizza, ovvero il certificato (talvolta sostituito dall’abbinamento di Proposta di Assicurazione e Lettera di Conferma della Copertura). In essi troverai riportati i dati della compagnia assicurativa e le caratteristiche del prodotto che hai sottoscritto (scadenza, garanzie, massimali ecc.) ed è importante conservarli in un posto in cui non rischi di perderli e, perché no, farne una copia digitale se la compagnia non ha provveduto ad inviarti la documentazione in questa forma.

Il Fascicolo Informativo è il documento che, tra le numerose informazioni, contiene le condizioni contrattuali della tua assicurazione. Vale la pena, prima di sottoscriverla, soffermarsi soprattutto sugli articoli che descrivono le garanzie, ma anche altri aspetti che influiscono sull’efficacia della polizza stessa, ad esempio se ci sono delle professioni o delle attività che non possono essere assicurate o altre esclusioni.

Alcuni lavori hanno dei rischi tali che non possono essere assicurati con una polizza standard, ma necessitano di una soluzione ad hoc: ecco perché queste professioni o mestieri possono comparire nell’articolo che elenca i cosiddetti soggetti “non assicurabili”.  Gli articoli che, invece, descrivono le esclusioni spiegano in quali situazioni, in caso di sinistro, non è previsto il pagamento dell’indennizzo. Quelli comuni alla maggior parte delle polizze sono, ad esempio, la pratica di sport molto pericolosi – ad esempio il paracadutismo – o alcuni comportamenti dell’assicurato che possono provocare il sinistro – come ad esempio l’uso di droghe a scopo non terapeutico. I casi descritti dalle esclusioni sono spesso estremi, ma per comprendere bene come funziona una polizza è giusto sapere che esistono.   

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