Polizze vita in Italia: 29% in più sceglie di assicurarsi

Le statistiche parlano chiaro, il numero delle polizze vita in Italia, sottoscritte nell'ultimo anno, segnala un aumento del 29%. Questo testimonia da un lato la fine di un'epoca di contrazione economica che non permetteva più alle famiglie italiane di pensare a investimenti e risparmi, dall'altro la consapevolezza della necessità di protezione e sicurezza per sé o per la propria attività professionale. Vediamo quali sono i motivi di questa tendenza.

Nel 2014 gli italiani hanno investito il 29,9% in più in assicurazioni vita rispetto all'anno precedente, un ulteriore segnale positivo di ripresa soprattutto se si tiene conto che l'unico paese dell'OCSE che ha investito più del nostro è l'Australia che ha superato il 30%. La crescita del comparto assicurativo è stata generale e prosegue già da tempo, dopo la battuta d'arresto che la crisi economica ha fatto segnare e, secondo Standards&Poor’s, anche questo 2016 porterà un ulteriore incremento.

Il motivo, evidenziato da tecnici e voci autorevoli, sarebbe legato essenzialmente all'orientamento dei risparmiatori “verso soluzioni protettive e al possibile inasprimento fiscale sulle successioni” così come proposto dai lavori del Governo. “La nuova imposta sulle successioni e donazioni – si legge su un recente articolo di Italia Oggi che racconta l'orientamento dello Stato in materia – prevede delle franchigie (cioè delle soglie esenti da tassazione) molto più basse rispetto alle attuali soglie e un innalzamento delle aliquote per tutti i contribuenti, anche qualora chi erediti sia il coniuge o il figlio. Non solo: se il valore dell’eredità supera 5 milioni di euro, le aliquote arrivano anche al 45%. Visto l’aumento delle tasse sulla successione, occorrerà valutare se conviene di più fare una donazione diretta o indiretta in vita della casa”.

Un motivo molto valido per gli italiani per preferire un'assicurazione sulla vita a qualunque altra forma di investimento, considerando che i capitali assicurati sono esenti dalle tasse di successione e non sono in alcun caso pignorabili o sequestrabili.

Riassumendo, i principali vantaggi che stanno portando a una scelta sempre più orientata verso le polizze vita in Italia sono 4:

Impignorabilità e insequestrabilità del capitale assicurato: se tutto dovesse andare per il verso sbagliato, nessuno potrà intaccare né reclamare le somme accantonate;
• possibilità di detrarre fiscalmente dalla dichiarazione dei redditi il 19% della somma che copre il rischio decesso e invalidità permanente;
non ci sono imposte di successione nel caso si verifichi una delle casistiche di erogazione del capitale previste dalla polizza;
• il fatto che una polizza vita costituisca una sorta di salvagente per sé e per i propri cari, soprattutto nel caso di nucleo familiare monoreddito.

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Polizze vita, salute e a tutela della casa, il capitale è subito disponibile

Che la forma assicurativa più tradizionalmente riconosciuta e conosciuta dal popolo italiano sia l'RC auto è cosa nota ma le cose stanno rapidamente cambiando. Nel caso del comparto vita e salute parliamo di un segmento decisamente differente, innanzitutto perché non sussiste l'obbligatorietà dell'assicurazione che costituisce pertanto una scelta personale e privata.

Tra gli italiani inizia a farsi strada una maggior cultura della protezione e la consapevolezza che la salute e la vita sono beni che vanno tutelati, dapprima con azioni quotidiane, poi con decisioni e investimenti a lungo termine che possano mettere al riparo noi stessi, le persone a noi più vicine e i nostri capitali da eventi imprevisti e improvvisi.

A crescere, non a caso, oltre le polizze vita, in Italia sono le polizze legate alla salute “considerato che si va restringendo il welfare statale su questo fronte” e quelle a tutela della casa “poiché c’è la percezione che lo Stato potrebbe non essere presente come in passato in caso di eventi catastrofali”.

In questo caso le polizze vita danno una possibilità unica che nessun'altra forma di investimento garantisce e la cosa sembra essere un motore molto forte nella spinta che porta gli italiani a preferire questa ad altre soluzioni di investimento e protezione: l'erogazione del capitale assicurato avviene nel momento in cui si verifica la casualità descritta dalla polizza.
In molto altri casi non si ha questo beneficio: in investimenti immobiliari bisogna attendere di incassare una eventuale vendita, nel caso di buoni o titoli di stato bisogna attendere la loro scadenza, nel caso di altre forme di risparmio spesso è necessario ottenere dei nulla osta, specie ove il fondo sia intestato ad una persona scomparsa o impossibilitata ad effettuare la riscossione de visu.

Professionisti e aziende italiane scelgono la polizza vita per tutelare l'attività

Un’assicurazione sulla vita può rivelarsi anche una scelta valida per attività produttive e professionisti che desiderano tutelare gli affari o le quote sociali e disporre della liquidità necessaria per non subire gravi battute d'arresto nel caso di scomparsa o indisponibilità permanente di una delle figure centrali nell'azienda.

Come noto l'Italia è un Paese nel quale le piccole e medie imprese costituiscono la stragrande maggioranza del tessuto produttivo e i lavoratori autonomi sono in costante crescita, specie tra i giovani.

Dipendente di una società legge la sua polizza vita aziendale

In questo senso si evidenzia sempre di più la necessità di trovare una forma di tutela del proprio lavoro, dei propri sacrifici e di ciò che nel tempo si è costruito: la polizza vita sembra essere un buono strumento, accanto alla previdenza complementare che ha però una incidenza generalmente personale.

Le principali ragioni per le quali una piccola azienda o un professionista accede a un piano assicurativo sulla vita sono legate alla possibilità di:

• Assicurare titolari, manager, soci o altri “uomini chiave” anche per somme importanti che vengono erogate nei casi previsti dalla polizza e comunque in caso di decesso e di invalidità permanente.
• Le assicurazioni sulla vita permettono di decidere e modulare la somma da assicurare in base alle reali necessità dell'azienda e di deciderne la durata che può essere, solitamente, anche rinnovate di anno in anno. In questo senso non costituiscono un impegno vincolante.
• Anche nel caso delle polizze vita per aziende e professionisti è possibile detrarre fiscalmente i premi e le somme versate ai beneficiari. Anche in questo caso i capitali assicurati non sono soggetti a tasse di successione, né possono essere pignorati o sequestrati.