Single senza figli: è vero che si spende di più? Ecco quanto costa vivere soli

I nuclei composti da un solo componente, comunemente definiti “single”, sono in crescita nel nostro Paese, così come è emerso dall’ultimo rapporto Istat. Una scelta che determina delle differenze fiscali e comporta delle scelte sul patrimonio. Ecco quali.

Quasi un nucleo familiare su 3 è composto da una sola persona: lo racconta l’ultimo rapporto Istat sulle famiglie[1]. A volte si tratta di una scelta (divorziati e nubili per scelta), altre volte la conseguenza di carriere particolarmente impegnative oppure di una vita che non ha ancora fatto incontrare “l’anima gemella”.

Così molte persone vivono sole e si trovano a dover gestire quotidianamente gli stessi oneri di una famiglia composta da due o più persone: spese per la casa, per le utenze e – naturalmente – per fisco e tasse.

Ma è vero che i single spendono di più?

Quando si può dire che fiscalmente una famiglia è composta da una sola persona?

Facciamo chiarezza: andare a vivere da soli, magari nell’appartamento sopra a quello di mamma e papà, non significa necessariamente essere considerato single per il fisco. In questo articolo stiamo parlando di una persona che figura come unico componente del proprio stato di famiglia.

Lo Stato di famiglia è quel documento (prodotto dal Comune) nel quale sono indicati tutti i componenti della famiglia (mariti o mogli, figli, parenti, affini, o altro). Nel documento, ad esempio, non sono riportati i legami “temporanei”, anche se si instaura una convivenza. In poche parole se non c’è la residenza registrata, è possibile che persone che vivono nella stessa casa siano fiscalmente nuclei familiari distinti.

Single, meno possibilità di accesso ai bonus familiari

Prima di affrontare l’argomento spese e fisco in senso stretto, è importante sottolineare che le forme di sostegno previste comunemente per le famiglie, ad esempio dall’Inps, pongono spesso i single in una posizione di svantaggio.

Le prestazioni a sostegno dei nuclei familiari, infatti, sono destinate a “nuclei familiari composti da più persone”, come si legge sul sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza nella pagina dedicata alle famiglie.

Allo stesso modo, nel caso di un single dipendente, non si potrà accedere all’assegno familiare oppure alle detrazioni in busta paga per i figli a carico. D’altro canto, però, quando ci sono figli bisogna aggiungere alle spese personali quelle per mantenere un altro membro della famiglia e spesso si tratta di cifre importanti.

Casa, affitto, bollette: più spese per i single?

Una recente indagine di Adiconsum [2] ha preso in esame la questione dal punto di vista delle spese correnti: casa, affitto, bollette, spesa alimentare.

L’indagine parte dal presupposto che per la casa e per l’auto le spese sono le medesime considerando il costo medio di un bilocale in una città medio-grande. Per la spesa alimentare e per le bollette, invece, un single spende generalmente un po’ meno (secondo l’indagine citata, 80 euro in meno per la spesa e 98 euro in meno per le bollette).

Queste spese però vanno calibrate sul numero delle persone che usufruiscono di questi beni ed ecco che, sommando e dividendo, viene fuori il dato finale: una coppia spende complessivamente un po’ di più (appena 110 euro, secondo la ricerca Adiconsum), ma nel caso in cui entrambi i componenti della coppia siano percettori di reddito, le spese vanno divise a metà generando un deciso e sostanzioso risparmio per la famiglia a 2 rispetto a quella composta da un solo membro. Quando invece si parla di una famiglia monoreddito le cose potrebbero cambiare.

Tassazione Irpef: fino a oggi non ci sono differenze fra single e coppie con figli

Per quanto riguarda la tassazione sulle Persone Fisiche (Irpef), essendo basate sul reddito del singolo contribuente, ad oggi non ci sono sostanziali differenze fra le aliquote che si applicano a una persona che vive da sola oppure a chi fa parte di un nucleo familiare da due componenti in su. Si tratta di cifre calcolate sul reddito dunque sono calibrate sulle entrate del singolo.

Molto però potrebbe cambiare con l’introduzione del quoziente familiare, una proposta dell’attuale governo e che potrebbe determinare il carico fiscale dalla somma dei redditi del nucleo familiare. In questo modo la tassazione diminuisce all’aumentare dei componenti della famiglia: un provvedimento certamente svantaggioso per i single.

Tutela del patrimonio quando non ci sono eredi diretti

Un altro argomento che un single dovrebbe approfondire è quello della successione dei propri beni. Se non ci sono eredi diretti (come fratelli o nipoti), oppure se si desidera destinare altrimenti i propri averi, è fondamentale seguire attentamente le regole testamentarie.

Anche da single infatti, pur non avendo una famiglia nel senso stretto del termine, potresti voler proteggere il benessere di un’altra persona (es. i genitori anziani, i nipoti). 

In questi casi con una polizza vita come Libera Mente Special puoi scegliere un capitale che i tuoi cari riceveranno in caso di tua assenza improvvisa (decesso o invalidità permanente totale), indipendentemente dai legami di parentela. 

Ti basterà indicare queste persone tra i beneficiari al momento della sottoscrizione della polizza. 

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Fonti per questo articolo

[1] https://www.istat.it/it/files//2018/12/C03.pdf

[2] https://www.adiconsum.it/costa-di-piu-vivere-da-single-o-in-coppia/

 

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