Prepararsi all’adozione, diventare genitori in modo consapevole

Il percorso dell’adozione ha tempi lunghi e una regolamentazione con molteplici fasi a cui deve sottoporsi la coppia che decide di adottare. In che modo prepararsi per questo iter? Qui vedremo le principali tappe da seguire per poter vivere il percorso adottivo in modo sereno e consapevole.

Il percorso che porta all’adozione di un bambino è senza dubbio complesso e delicato, sia per gli aspiranti genitori che per il nuovo membro della famiglia.

La strada verso l’accoglienza di un bambino in una famiglia adottiva è lungo e complesso: per questo le motivazioni alla base della scelta di adottare, devono essere ben solide nella coppia.

Occorre essere consapevoli della strada da affrontare, permette di gestire ansie e preoccupazioni dovute alle tempistiche, (che possono raggiungere oltre i due anni di attesa per le adozioni internazionali) alle aspettative relative alle origini del figlio adottivo e a tutto l'immaginario a esso collegato.

Il grande desiderio di avere un bambino potrebbe far perdere la percezione dell’intero iter che coinvolge anche la sfera personale e quella di coppia.
Intraprendere questo iter vuol dire, infatti, anche scegliere di mettersi alla prova.

Ecco ciò che devi sapere se pensi di adottare un bambino.

Prima dell’adozione: prepararsi all’iter

Le fasi dell’adozione sono molteplici, l’iter può essere anche molto lungo e per questo è opportuno prepararsi a questa scelta ancor prima di incominciare con le azioni burocratiche.

Ti aspettano fasi più delicate, poiché pongono l’attenzione sulla vita personale e sulla vita di coppia, altre più complesse a livello normativo e che includono burocrazia o passaggi presso istituzioni e mediatori che devono giudicare l’idoneità del richiedente all’adozione.

Prima di presentare la dichiarazione di disponibilità ad adottare al Tribunale per i Minori, è importante:

·        Informarsi sul percorso dell’adozione;

·        Approfondire la normativa vigente;

·        Formarsi con operatori del settore;

·        Confrontarsi con altri genitori adottivi;

Informarsi sul tema delle adozioni: libri, documentari, guide

Quali sono i compiti degli Enti Autorizzati? In che modo si ottiene la dichiarazione di idoneità all’adozione? Posso scegliere il paese di provenienza del bambino?

Nel nostro tempo l’informazione è veloce e a portata di mano, tuttavia non sempre di qualità. A volte trovare la giusta fonte può richiedere più tempo del previsto. Per essere certi di ricevere le prime risposte alle domande che si stanno cercando, è preferibile informarsi tramite i principali siti istituzionali in materia di adozioni.

Il sito del Ministero della Giustizia e quello della Commissione per le adozioni internazionali, offrono una guida completa sulle varie tappe da seguire per entrare nel circuito delle famiglie idonee, fino alla fasi più complesse per chi opta per un’adozione internazionale.

L’informazione passa anche tramite la lettura di libri sul tema oppure dall’esperienze di altri genitori, facilmente rintracciabili su forum dedicati.

Ne sono un esempio:

·        Il cammino dell’adozione di Anna Oliviero Ferraris edito da Rizzoli (Bur), un volume non recente (è del 2002) ma ancora considerato un manuale fondamentale per le coppie che desiderano adottare.

·        Più recente (del 2010) è Adottare un figlio di Monica Toselli edito da Giunti, un libro concepito come una vera guida per i genitori, con un approccio psicologico.

·        Del 2015 è Genitori si diventa. Riflessioni, esperienze, percorsi per il cammino adottivo a cura di Antonio Fatigati (edizione Le Comete FrancoAngeli), un volume che è presto diventato un “best-seller” della categoria e che contiene anche racconti ed esperienze personali di genitori che hanno adottato.

Anche sul versante documentari e film esistono diverse produzioni interessanti:

·        Per la regia di Pupi Avati e con la partecipazione di grandi attori italiani come Laura Morante, Lina Sastri, Michele La Ginestra, è il film “Con il sole negli occhi” del 2015: estremamente attuale, il film racconta della fuga dalla Siria di un bambino alla ricerca di una famiglia adottiva. Un lavoro drammatico che mette di fronte ad alcune delle più grandi difficoltà emotive e psicologiche nel percorso di adozione.

·        Nel 2016 è uscito nelle sale americane “The Great Gilly Hopkins” con Glenn Close e Octavia Spencer fra gli altri attori, per la regia di Stephen Herek (il regista de “La Carica dei 101” sempre con la Close nel ruolo di Crudelia DeMon). Il film racconta di una dodicenne abbandonata dai genitori biologici che affronta la pubertà fra una famiglia affidataria e l’altra prima di trovare la soluzione definitiva.

·        Di affido, e non specificamente di adozione, parla “Preferisco il rumore del mare” un film di Mimmo Calopresti del 1999. Un film da vedere non solo per la qualità della regia ma anche per comprendere come, a volte, le decisioni più importanti vengano dal cuore.

·        Nel mondo dei documentari non si può non citare “La mia casa è la tua” di Emmanuel Exitu realizzato per l’Associazione Famiglie per l’Accoglienza. Il film contiene vere esperienze raccontate dalle famiglie protagoniste del percorso di adozione. Su Youtube ci sono diversi backstage del documentario e spezzoni utilizzati dalle associazioni che operano nel mondo delle adozioni.

Più in generale è utile cercare informazioni sul rapporto tra genitori e figli adottivi per capire se si è davvero pronti ad accettare un nuovo membro nella propria famiglia, un aspetto chiave per prepararsi in modo consapevole all’accoglienza.

Chi può fare richiesta di adozione?

Gli aspiranti genitori adottivi devono in primo luogo rispondere ai requisiti previsti dalla legge [6] e nello specifico:

·        Essere sposate da almeno 3 anni oppure essere state prima conviventi e poi sposate, in ogni caso coabitanti da almeno 3 anni.

·        non essere separate, né di fatto né in corso di separazione;

·        avere una differenza di età massima di 45 anni e minima di 18 nei confronti del bambino da adottare (derogata se i coniugi adottano due o più fratelli o se hanno già un altro figlio naturale o adottivo);

·        dimostrare di essere in grado di educare, istruire e mantenere il figlio (requisiti che saranno oggetto dell'indagine dei Servizi territoriali, dopo il primo controllo da parte del Tribunale per i minorenni).

Guida all’iter per l’adozione

La famiglia che desidera adottare un bambino deve conoscere quali sono le normative nazionali e internazionali che regolano il processo di adozione. Questo può dare maggiore cognizione sui tempi e sui requisiti richiesti per adottare.

Le leggi sono regole a tutela del minore e degli aspiranti genitori, per questo motivo bisogna averne consapevolezza.

Innanzitutto bisogna decidere se procedere con un’adozione nazionale (di un bambino italiano) o internazionale. I processi sono differenti e possono comportare anche tempi diversi. Vediamoli nel dettaglio.

Domanda al Tribunale dei Minori: “disponibilità ad adottare”

Il primo step è dichiarare la propria disponibilità ad adottare al Tribunale dei Minori.

Per fare ciò occorre presentare, oltre a una domanda in carta semplice (alcuni Tribunali potrebbero avere disposizioni diverse):

  • certificato di nascita di entrambi i richiedenti
  • stato di famiglia
  • dichiarazione disponibilità all’adozione in forma di dichiarazione sostitutiva dell’atto notorio
  • certificato di buona salute rilasciato dal medico curante
  • certificati reddituali: Unico o 740 oppure busta paga
  • certificato del Casellario giudiziale dei richiedenti
  • atto notorio oppure dichiarazione sostitutiva recante l’attestazione che tra i coniugi adottanti non sussiste separazione personale neppure di fatto.

Accertamenti dopo la dichiarazione di disponibilità

Successivamente il Tribunale si occuperà di verificare le dichiarazioni che sono state rese dagli atti e dunque potrebbe attivare delle indagini con l’aiuto dei servizi sociali del Comune di appartenenza.

I servizi degli Enti locali hanno l’importante ruolo di conoscere la coppia e di valutarne le potenzialità genitoriali. Il loro compito è quello di effettuare una relazione da inviare al Tribunale per i minorenni, che fornirà al giudice gli elementi di valutazione sulla richiesta della coppia. Il giudice a seguito di questa relazione può decidere se assegnare o meno alla coppia il decreto di idoneità, che permette l’accesso agli step successivi.

In questa delicata fase vengono raccolte informazioni sulla storia personale, familiare e sociale dei coniugi ed è un momento nel quale gli aspiranti genitori possono sentirsi sotto pressione. L’obiettivo di questa indagine è quello di comprendere le loro capacità di prendersi cura di un minore, conoscere la consapevolezza e l’apertura di entrambi all’adozione oltre a valutare la loro situazione socio-economica.

Questo iter è valido sia per le adozioni nazionali che per quelle internazionali.

Adozione nazionale: dopo l’ok del Tribunale c’è l’affidamento preadottivo

Quando si pensa a un’adozione generalmente si immagina un bimbo straniero, ma in Italia ci sono molti minori che sono stati dichiarati dal Tribunale “in stato di abbandono” non temporaneo.

Sono bimbi e ragazzi che vivono generalmente in strutture di assistenza oppure in comunità.

In questi casi l’iter è molto più breve perché dopo l’ok del Tribunale dei minori, a seguito delle indagini svolte e dell’analisi della documentazione, potrebbe essere attivato un procedimento di affidamento preadottivo che dà ufficialmente il via all’accoglienza del bambino nella sua nuova famiglia.

Si tratta di una sorta di anno di prova nel quale la famiglia accoglie il bambino e inizia a vivere con lui. Trascorso questo tempo il Tribunale può pronunciarsi per rendere definitiva l’adozione.

Da questo momento in poi il nuovo membro della famiglia assume il cognome del nucleo adottivo, cessando tutti i rapporti con i genitori naturali (se individuabili), diventando figlio legittimo della coppia.

Adozione internazionale: dopo l’ok del Tribunale c’è un lungo percorso

Dopo l’ottenimento del decreto di idoneità all’adozione, entro 12 mesi, incomincia la vera e propria procedura verso l’adozione di un bambino non italiano.

Per attuare questo percorso è necessario rivolgersi ad un Ente autorizzato che fungerà da intermediario nelle operazioni di mediazione internazionale. Sul sito della Commissione per le Adozioni Internazionali [1] c’è l’Albo degli Enti autorizzati ed è necessario rivolgersi a uno di questi per avviare le pratiche.

L’Ente si occuperà di tutta la documentazione necessaria e della trasmissione della stessa alla Commissione per le Adozioni Internazionali.

Oltre ciò, attraverso questi Enti è possibile seguire anche un percorso di formazione specifico per chi si prepara a diventare genitore “all’improvviso”.

Gli incontri hanno l’obiettivo di aiutare coloro che aspirano all’adozione ad avere maggiore consapevolezza di questa opportunità. Il compito degli operatori del settore è quello di avviare la coppia verso un processo di maturazione interno, orientato all’acquisizione di una competenza genitoriale specifica rivolta ad un bambino proveniente da una condizione di abbandono e attenta ai suoi bisogni reali, alla sua storia personale, al rispetto della cultura del Paese da cui proviene.

Tempi per l’adozione internazionale

I solidi requisiti richiesti dalla normativa in materia di adozioni, servono a garantire al minore una famiglia che possa crescerlo in un contesto adeguato.

Avere un figlio adottivo significa aprire la propria famiglia a un nuovo membro ma soprattutto aprire la propria mente all’accoglienza di un bambino che ha già una sua storia, inizialmente slegata da quella della coppia di genitori. Aspetti, che possono essere innati o che possono essere coltivati nell’elaborazione del bisogno di genitorialità.

Dunque il lungo iter potrebbe essere una verifica dell’effettiva volontà della famiglia che deve essere salda, radicata, tanto da non “cadere” al primo ostacolo.

Secondo il report della Commissione per le Adozioni Internazionali, dal momento della presentazione della dichiarazione di disponibilità al Tribunale dei Minori passano almeno 18 mesi prima dell’ottenimento dell’idoneità.

Successivamente, per portare a termine la procedura adottiva, passano mediamente 25 mesi. Un tempo nel quale la famiglia riesce a mettere a fuoco la reale volontà di accogliere un bambino nella famiglia.

La protezione per il presente e il futuro della tua famiglia

Che il bambino arrivi in modo “naturale” oppure grazie all’adozione, quando il nucleo familiare si allarga senti il bisogno di garantire una vita serena alla tua famiglia. Sembra una cosa complicata, o costosa, eppure con pochi euro al mese puoi  rendere più solido il futuro dei tuoi cari, proteggendo il loro tenore di vita nel caso un giorno tu non potessi più occuparti di loro.

L’arrivo di un bambino rivoluziona la tua vita quotidiana e ti costringe a pensare in prospettiva, immaginando in modo più propositivo il domani.

Puoi cogliere questa opportunità per valutare investimenti e risparmi che hai già fatto o che puoi fare, per rendere più sereni i tuoi pensieri e i tuoi sogni, per assicurare loro il completamento degli studi e dunque aiutarli a guadagnarsi la loro autonomia di adulti più facilmente.

Fonti:

[1] www.commissioneadozioni.it

http://www.commissioneadozioni.it/per-una-famiglia-adottiva/per-adottare/la-strada-dell-adozione/#1t

[2] https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_3_5_3.wp?tab=d

[3] https://sociale.regione.emilia-romagna.it/notizie/2018/dicembre/adozioni-finanziati-39-corsi-di-formazione-per-aspiranti-genitori

[4] https://www.adozionepercorsi.it/prepararsi-all-adozione/

[5] Art.6 della legge n.184/1983

Sei un genitore e lavori?

Non sempre puoi dedicare ai figli tutto il tempo che vorresti. Sappi però che stai facendo tanto per loro, forse anche più di quanto pensi. 

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