Regole del congedo parentale per il papà lavoratore dipendente

Il lavoratore dipendente ha diritto al congedo di paternità, ma quali sono le regole? Come ci si comporta dopo il termine della paternità obbligatoria? Quali sono gli altri giorni che spettano - insieme alla mamma - al neo-papà?

 

La legge n. 92 del 28 giugno 2012 ha istituito il congedo obbligatorio e facoltativo per tutti i neo-papà dipendenti non solo in caso di nascita, ma anche di affido e adozione. Tale diritto è stato ribadito e ulteriormente ampliato prima nel 2016, con una proroga del congedo obbligatorio per i padri lavoratori dipendenti da 2 a 4 giorni, e poi dalla Legge di Bilancio per il 2019, che ha portato il numero dei giorni di astensione obbligatoria dal lavoro dei neo-papà a 5, con l’aggiunta di 1 giorno di astensione facoltativo, soggetto a determinate condizioni, allineandosi ad altri paesi europei.

Facciamo chiarezza sui diritti garantiti al papà e sui relativi permessi di cui puoi usufruire per contribuire al ménage familiare nel momento in cui la famiglia si allarga, o in caso di eventi speciali, inclusa la malattia del figlio.

Il congedo parentale per i papà dipendenti: regole per il 2019

Il “congedo parentale” è un periodo di astensione dal lavoro concesso ai genitori per prendersi cura del nuovo arrivato, non solo in caso di nascita, ma anche di adozione e affidamento.

Questo periodo di riposo era concesso solo alla madre fino a qualche tempo fa, ma l’importanza della partecipazione del papà alla vita familiare in modo più diretto e paritario, è stata decisamente confermata anche dalle istituzioni, specialmente in un momento delicato e importante com’è quello dell’arrivo di un figlio.

La legge n. 92 del 28 giugno 2012 ha istituito il congedo obbligatorio e facoltativo per tutti i neo-papà dipendenti, un diritto che è stato ribadito e ulteriormente esteso nella Legge di Bilancio 2019, la quale ha portato i giorni di astensione obbligatoria dal lavoro del neo-papà da 4 a 5, ai quali potrà aggiungersi 1 giorno facoltativo di astensione, subordinato alla decisione della madre di non utilizzare un giorno di quelli a lei disponibili in quanto neo-mamma. In totale, dunque, i giorni a disposizione diventano 6.

Questo tipo di congedo di paternità è fruibile solo se sei un lavoratore dipendente ed è esteso anche ai padri affidatari e adottivi. I giorni previsti devono essere “consumati” entro i primi cinque mesi dalla nascita del figlio o dall’ingresso del nuovo arrivato in famiglia, se parliamo di affidamento o di adozione. Il congedo può essere richiesto e utilizzato anche in contemporanea con il periodo di astensione dal lavoro della madre.

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Riposi per l’allattamento: un diritto che spetta anche ai papà

I riposi per l’allattamento sono dei permessi concessi alle madri lavoratrici, dopo il periodo di congedo obbligatorio, per continuare a stare vicino al bambino appena nato o appena arrivato in famiglia, in genere per permettere il proseguimento dell’allattamento.

Tuttavia, l’articolo 40 del Decreto Legislativo 151/2000 stabilisce che il padre dipendente ha diritto agli stessi riposi previsti per la madre, se la madre non ne usufruisce.

Per godere di questi permessi, è necessario che la madre dichiari di rinunciare volontariamente oppure di non avere possibilità di sfruttarli.

Questo diritto spetta ai padri se la mamma non è una lavoratrice dipendente e dunque non usufruisce dei congedi.

Anche in altri casi più gravi (la madre non c’è più, c’è stato un affido esclusivo a favore del papà, esiste una diagnosi di grave malattia o infermità della madre) il papà può assumere questi congedi al posto della mamma.

Il congedo per malattia del figlio

In caso di problemi di salute del figlio, il diritto di assentarsi dal lavoro per stargli vicino spetta tanto alle madri quanto ai papà, purché siano lavoratori dipendenti. Puoi usufruire di tali permessi fino al compimento dell’ottavo anno di età di tuo figlio, ma le regole cambiano a seconda della sua età.

·        fino al compimento dei 3 anni hai la possibilità di assentarti dal lavoro senza alcun limite di tempo. Inoltre, se sei un dipendente pubblico, avrai ogni anno 30 giorni di assenza causa malattia retribuiti;

·        dal terzo anno e fino al compimento di 8 anni, ogni genitore ha la possibilità di assentarsi per 5 giorni lavorativi all’anno, senza poterli cedere l’uno all’altro.

A differenza di quanto accade per i dipendenti della Pubblica Amministrazione, per i dipendenti di aziende private questi permessi per malattia non sono retribuiti.

Congedo di paternità al posto della madre: quando e come un padre può ottenerlo

Le nuove dinamiche inter-familiari e lavorative hanno determinato nuove esigenze e posto nuove domande a cui, nel tempo, si sta cercando di dare una risposta.

In virtù degli articoli 28 e seguenti del TU, il congedo di paternità è concesso al padre solo nel caso in cui si verificassero i seguenti eventi riguardanti la madre del bambino:

-        Morte o grave infermità della madre. In questo caso, la scomparsa della madre va attestata mediante compilazione dell’apposita dichiarazione di responsabilità inclusa nella domanda telematica; la certificazione sanitaria comprovante la grave infermità va presentata, invece, in busta chiusa al centro medico legale dell’Inps, allo sportello oppure a mezzo raccomandata postale;

-        Affidamento esclusivo del figlio al padre. Il papà dovrà comunicare gli elementi identificativi del provvedimento giudiziario e il Tribunale che lo ha emesso;

-        Abbandono del figlio o mancato riconoscimento del neonato da parte della madre. Tale circostanza deve essere attestata mediante compilazione dell’apposita dichiarazione di responsabilità inclusa nella domanda telematica.

Una quarta ipotesi prevede la rinuncia della madre, parziale o totale, al congedo di maternità che le spetta, ma solo in caso di adozione o affidamento di minori. Anche in questo caso, la rinuncia deve essere attestata mediante compilazione dell’apposita dichiarazione di responsabilità che si trova già predisposta nella domanda telematica.

Una tutela in più per tuo figlio

Sebbene le possibilità di stare vicino a tuo figlio siano molte, non sempre potrai essere accanto a lui per tutelarlo e proteggerlo.

In fondo, è anche giusto che pian piano lui inizi a fare esperienze e a vivere le scoperte con più libertà. Anche in questa fase però puoi restargli vicino, aiutandolo ad affrontare gli imprevisti quotidiani e tutelando il suo futuro.

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