Come gestire i figli nella famiglia allargata

Una coppia con figli avuti da rapporti precedenti vive sotto lo stesso tetto? Criticità e soluzioni

Una coppia con figli avuti da rapporti precedenti vive sotto lo stesso tetto? Criticità e soluzioni

Nelle famiglia allargate la gestione dei figli che si trovano a vivere con un genitore e il suo nuovo partner e con eventuali fratelli acquisiti può non essere semplice. Nell'articolo i consigli per gestire al meglio questa situazione sempre più frequente tra le famiglie.

Secondo l’ISTAT, le famiglie allargate (o ricostituite) - coniugate e non - hanno superato in Italia quota un milione. [1]
Con il termine “allargata” o più spesso “ricostruita” si intende quel nucleo familiare composto da familiari acquisiti in una seconda o terza relazione di uno dei due o di entrambi i genitori. Così, ad esempio, una madre e i suoi figli – dopo una separazione, la fine di una relazione o un divorzio – possono scegliere di vivere insieme al nuovo compagno di lei ai suoi figli, formando di fatto un nuovo nucleo familire non-parentale.

Cercare di gestire una famiglia allargata con le regole usate per gestire una famiglia tradizionale” - dice la psicologa Patricia Papernow - “è come cercare di visitare Boston usando la cartina geografica di NewYork”. E infatti ci si ritrova a dover fare i conti con il ritrovare gli equilibri di coppia e come famiglia senza passaggi intermedi. [2]

Vediamo allora di fare il punto della situazione toccando i nodi cruciali per una convivenza che funzioni:

Condividere la genitorialità dopo una separazione: la gestione del rapporto con l’ex compagno

Tra le prime incognite da risolvere tempestivamente e in modo efficace c’è la gestione del rapporto tra ex-coniugi.
La separazione è sempre un’esperienza destabilizzante e dolorosa, per tutti i componenti della famiglia: ma gli ex-coniugi, anche senza essere più una “coppia”, rimangono comunque genitori e come tali devono comportarsi.

È importante che i figli vengano aggiornati con calma evitando loro di assistere ai momenti e alle situazioni più critiche che preludono o sono causa del rapporto ormai finito: meglio rassicurarli - con parole e fatti - che saranno sempre oggetto dell’amore dei loro genitori.

Condividere la genitorialità dopo una separazione prevede anche il dover discutere e prendere decisioni sull’educazione, sugli interessi e sul futuro dei figli: è impensabile non farsi guidare, nelle scelte, dal buonsenso che conduce al benessere dei minori.

A questo riguardo Robert E. Emery, professore di psicologia e mediatore familiare, sostiene che è necessario  “gestire le emozioni potenzialmente pericolose per affrontare efficacemente i vari passaggi di questa transizione complessa: parlare ai figli, dare loro delle regole, elaborare un accordo funzionale con l'ex coniuge, avvicinare le questioni legali al momento giusto, reagire alla rabbia e ai litigi, distinguere i conflitti d'amore e di potere”.[3]

E proprio dalla capacità degli ex-coniugi di risolvere i loro attriti senza intaccare il rapporto coi figli, dipenderà anche la capacità di questi di accettare (o meno), in futuro, la presenza di un genitore acquisito.

I genitori dovrebbero ricordare  che non saranno sostituiti dai genitori acquisiti se mantengono forti legami, e che i loro figli li amano ancora, pur volendo bene anche ai genitori acquisiti. Non c’è un limite a quanto e a quanta gente si può amare” - come sostiene Lawrence Ganong, professore del Dipartimento di Sviluppo Umano e Studi sulla Famiglia dell’Università del Missouri.[4]

 

Consigli per far accettare il nuovo partner ai figli

Per quanto burrascoso sia stato il rapporto tra i genitori, ogni bambino continua a nutrire la speranza di vederli riconciliati: questo può renderlo particolarmente ostile e resistente alla presenza di un nuovo partner nella vita di uno dei suoi genitori.

Secondo la dott.ssa Daniela Uslenghi dell’Istituto Hoffman di Milano, prima di introdurre il nuovo partner nella quotidianità dei propri figli è necessario un periodo di avvicinamento tra le parti, evitando di trascorrere più tempo in coppia con il nuovo compagno, che con i figli. [5]

Il tempo ha una valenza fondamentale in questa fase: cercare di imporre la presenza del terzo genitore potrebbe complicare il tutto.

Meglio quindi se le prime uscite sono di gruppo, con amici, conoscenti e figure che i bambini conoscono e con cui sono abituati a trascorrere del tempo: una gita fuori porta o una qualsiasi attività piacevole e divertente aiuta ad evitare l’imbarazzo della comunicazione “a tutti i costi” che risulterebbe forzata. Poi verrà il momento di organizzare qualcosa insieme (cominciando ad abituare i figli alla presenza costante del partner): una pizza o un cinema per provare a vivere una nuova e piacevole quotidianità.

Prima di parlare di convivenza (e conseguente trasferimento sotto lo stesso tetto) è bene organizzare delle uscite di gruppo insieme ad altri amici in modo da trascorrere qualche ora insieme, nel modo più naturale possibile.

i bambini hanno molte più risorse di quante possiamo immaginare, ed in una situazione di grande cambiamento spesso saranno loro a mostrare empatia e comprensione verso un momento di difficoltà dei genitori.
Ci sono però delle cose che non possono cambiare, come il tuo compito di accompagnarli nella crescita e proteggerli dai piccoli e grandi imprevisti. Scopri come MetLife può aiutarti a tutelare i tuoi piccoli oggi e domani

Gestire con successo i figli in una famiglia allargata: i consigli degli psicologi

Nell’ottica della creazione di un nuovo equilibrio all’interno della famiglia allargata, lo psicologo danese Jesper Juul [6] e la psicoterapeuta Anna Oliviero Ferraris [7] hanno stilato una lista di consigli e suggerimenti perché il passaggio dalla vecchia alla nuova famiglia avvenga in modo naturale e indolore.

Autenticità ed empatia sono capacità indispensabili per superare lo scoglio dei primi incontri da famiglia allargata. I bambini capiscono perfettamente quando un adulto finge e non sono disposti a sopportarlo a lungo (a meno che non si tratti dei genitori): meglio puntare sull’essere autentici per gettare le basi per un rapporto di fiducia e amicizia, cercando sempre di mettersi nei panni del bambino e cercando di capire di cosa ha davvero bisogno in ogni momento.

Alla base di un rapporto di fiducia c’è il dialogo ma - come dice Juul - “il rapporto tra adulti e bambini è caratterizzato dalla mancanza di dialogo: in sostanza, gli adulti fanno domande e i bambini (spesso) le ignorano”. Meglio quindi evitare di fare domande e raccontarsi, proprio come faresti per conoscere un adulto: “racconta qualcosa di te, della tua famiglia, dei tuoi interessi, delle tue debolezze, magari mentre passeggiate nel parco o siete intenti a preparare il pranzo, immersi nella quotidianità“.

A prescindere dal buon rapporto però ci sono cose che è meglio evitare: sostituirsi al genitore e pretendere un ruolo che, in realtà, non si possiede. I genitori sono le uniche persone autorizzate al ruolo di educatore, secondo i bambini: “se gli ex-coniugi sono molto presenti nella vita educativa dei figli, per il terzo genitore sarà controproducente cercare di assumere un ruolo educativo” - sostiene Ferraris. Il ruolo del genitore in più sarà individuato a tempo debito dal bambino, quindi meglio anche evitare di imporre il riuso di termini di “nuovo papà” o “nuova mamma” finché non è il bambino a fare il primo passo.

In caso di conflitti tra genitori e figli bisogna che i “grandi” risolvano e condividano: in una famiglia allargata esisteranno sempre questioni strettamente legate agli ex-coniugi e ai loro figli, in cui il terzo genitore non deve schierarsi. Questo atteggiamento permette anche di evitare di essere attaccato da parte dei figli bonus, come li chiama Juul, che spesso “hanno comportamenti dettati dalla loro sofferenza interiore” che vengono scambiati per capricci e dispetti dagli adulti.

Un altro fattore molto presente, nelle famiglie “allargate” può essere la gelosia. Se di norma è una presenza poco giustificabile, in una famiglia allargata non può esserci spazio per la gelosia, né nei confronti dell’ex-coniuge, né nei confronti dei figli: razionalizzare si può e si deve. Diverso il discorso di gelosia tra fratelli e sorelle acquisiti: conflitti per le camere, gli spazi comuni o l’attenzione degli adulti sono trappole sempre pronte a scattare quando meno te lo aspetti. In queste occasioni, la soluzione per superare la crisi è data dal giusto mix di diplomazia, tatto e ascolto.

 

Consigli per vivere serenamente in una famiglia allargata

La voglia di creare un nucleo familiare allargato, come abbiamo visto, può portarsi dietro alcuni ostacoli facilmente superabili: il bisogno di equilibrare il rapporto con l’ex-coniuge, la necessità di porre solide basi per un nuovo rapporto di coppia, l’esigenza di evitare i conflitti tra vecchi e nuovi partner e il dovere di alimentare rapporti positivi tra figli e genitori acquisiti.

Ricorda che:

  • un rapporto sereno e trasparente tra ex-coniugi evita inutili complicazioni anche nella vita dei figli;
  • anche nel ruolo di ex, i genitori continuano ad essere un punto di riferimento per i figli: per questo la loro presenza deve essere costante, solida e coerente (anche se in coppia con altri partner);
  • per quanto buono, nobile d’animo ed empatico, un nuovo partner non sarà mai visto dai figli come un nuovo genitore: evita di “imporre” anche a livello lessicale, il nuovo partner come “mamma” o “papà”. Non aiuta la normale evoluzione emotiva dei figli nel nuovo contesto ricostruito;
  • la fiducia non si compra, né si impone: il rapporto tra i figli e il nuovo partner va creato e alimentato senza stravolgimenti per i piccoli. Saranno gli adulti a doversi adattare alle dinamiche già esistenti tra genitore e figli. 

Fonti per questo articolo

  1. Rapporto welfare index (http://www.welfareindexpmi.it/rapporto-welfare_index-pmi-2017.pdf)
  2. Aurora Auteri, Autostima Famiglia. Guida alla felicità familiare, How2 Edizioni, 2015
  3. Robert E. Emery, La verità sui figli e il divorzio. Gestire le emozioni per crescere insieme, FrancoAngeli, 2008
  4. Lawrence Ganong, Coleman, M. and Jamison, T., Patterns of Stepchild–Stepparent Relationship Development. Journal of Marriage and Family, Journal of Marriage and Family, 2011
  5. Daniela Uslenghi - Istituto Hoffman, intervista su “Consigli per le famiglie allargate” (https://youtu.be/M4AYbHxFBZA)
  6. Jesper Juul, Un genitore in più. Vivere con un partner separato e i suoi figli, Urra Edizioni, 2012
  7. Anna Oliviero Ferraris, Il terzo genitore. Vivere con i figli dell’altro, Raffaello Cortina Editore, 2016

 

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