10 consigli per crescere bambini felici e sicuri di sé

Quello del genitore è forse il mestiere più difficile in assoluto. Tuttavia, con i suggerimenti di chi l’ha già fatto, possiamo renderlo meno oneroso e più piacevole.

Si sa, fare il genitore è un mestiere molto difficile. Una volta ho sentito un pediatra che equiparava il lavoro del genitore a quello di una persona che, avendo solo la patente per auto, si mette alla guida di un aereo... basta una mossa sbagliata per provocare danni incalcolabili!

Ecco 10 suggerimenti utili ai papà e alle mamme desiderosi di conoscere i metodi più efficaci per crescere i propri figli felici e sicuri di sé.

Scattare come una molla ogni volta che tuo figlio inciampa e cade o a ogni colpo di tosse notturno, farsi in quattro per preparargli sempre (e solo) i suoi piatti preferiti; trascorrere pomeriggi interi a tenerlo impegnato con decine di attività in casa per evitare che si annoi, sono tutte attività che da genitore pensi siano la dimostrazione del tuo amore profondo nei confronti di tuo figlio. E invece…

E invece possono trasformarsi in un campo minato in cui sarà sempre più complicato riuscire a muoversi senza rischiare di fare danni. È naturale, da genitore, preoccuparti della salute dei tuoi figli, cercare di evitare loro sofferenze inutili, proteggerli da ogni possibile insidia che la vita può offrire, volere il meglio sempre e comunque.

Ma, allo stesso tempo, sai che vivere un’infanzia troppo protetta - vivere nella cosiddetta campana di vetro - non ha effetti positivi sulla crescita dei bambini. Anzi: li rende più fragili e insicuri, incapaci di affrontare le difficoltà da soli, proprio perché abituati a vivere comodamente sotto “la gonna di mammà”.

Ma, come in tutte le cose, prendere coscienza è già un bel passo avanti verso la soluzione. Guidare i bambini verso l’indipendenza e l’essere responsabili, rispettando le loro inclinazioni naturali non è una missione impossibile: basta seguire le linee direttive indicate da psicologi e pedagogisti e applicarle con buon senso.

Ecco i suggerimenti da mettere in pratica.

Non essere iperprotettivo

Da una ricerca pubblicata sul Journal of Positive Psychology, esserlo non riduce i pericoli o i problemi che i tuoi figli si troveranno ad affrontare. Anche perché non è vero che oggi problemi e pericoli si sono decuplicati rispetto al passato: non sono aumentati né diminuiti, sono solo cambiati. Ad essere diminuito drasticamente è il numero di figli e questo comporta maggiori attenzioni concentrate su un minor numero di bambini, con il rischio concreto di non conceder loro gli spazi giusti per lo sviluppo armonico e armonioso di fisico e psiche.

I tuoi figli devono capire che i pericoli si trovano ovunque nel mondo che li circonda e che possono cadere e farsi male, perché è così che imparano a difendersi e a crescere sani, forti, felici, consapevoli e responsabili.

Metti dei limiti

I confini ci limitano ma servono anche a tenerci al sicuro e, soprattutto, a rendere chiaro e semplice a ciascuno il proprio ruolo nel gioco della vita.

Davanti a pianti, strilla e capricci, il primo pensiero comune a tutti i genitori è di concedere per zittire. E invece, quello che può sembrare un piccolo e innocuo cedimento, insegna ai bambini che possono ottenere ciò che vogliono solo comportandosi in modo aggressivo.

Sapere che i genitori sono disposti a supportare la loro frustrazione e i loro momenti difficili per il bene dei figli, dà sicurezza ai bambini: sapranno che, se e quando dovessero avere bisogno, mamma e papà saranno sempre presenti e pronti a proteggerli e aiutarli. Ma sapranno anche che, prima, devono provare a farcela da soli.

Lascia che faccia esperienza

Nessuno sta dicendo di abbandonare i bambini a se stessi, tra le difficoltà: ma di dar loro gli strumenti per imparare a superare sconfitte e delusioni. Infatti, quando un bambino riesce a risolvere un problema da solo, sta alimentando la sua autostima e imparando a destreggiarsi tra le difficoltà. E continuerà a farlo anche da adulto.
Ciò si traduce nell’intervenire come genitore solo quando strettamente necessario per guidare il figlio evitando situazioni di pericolo.

Scrive infatti Maria Montessori nel suo testo alla base della pedagogia moderna: “Il piccolo rivela se stesso solo quando è lasciato libero di esprimersi, non quando viene coartato da qualche schema educativo o da una disciplina puramente esteriore".

Mandalo all’asilo

Nulla di obbligatorio naturalmente: lo psicologo Antonio Pellai e la pedagogista Roberta Balsemin concordano. Ma considera che i bambini hanno bisogno di sperimentare figure diverse da quelle di mamma e papà. Se hai la fortuna di poter fruire dell’aiuto dei nonni o degli zii, fallo.

È stato più volte dimostrato che mandare i bambini all’asilo a tre anni (o in generale organizzarsi per tornare al lavoro e affidare i figli a nonni o babysitter) non crea mostri. L’esperienza della scuola materna è positivamente stimolante per tutti i bambini, perché scoprono nuove regole e nuovi stili educativi, migliorano le capacità sociali e imparano a vivere e difendersi in gruppo. 

Responsabilizzalo

Il consiglio è della studiosa Jacqueline Bickel, coautrice del libro "Come educare i figli presto e bene". Un bambino autonomo sarà un adulto felice. E sono tante le attività che possono aiutare tuo figlio ad acquisire autonomia: mangiare da solo, rastrellare il giardino, portare fuori la spazzatura, rifarsi il letto prima di andare a scuola, prepararsi la cartella da solo sono alcune occasioni in cui i bambini si mettono alla prova, con se stessi e al cospetto dei genitori.

Se poi la responsabilità si traduce nel portare a spasso il cucciolo di casa, tuo figlio imparerà anche ad essere empatico ed altruista: doti che si imparano sul campo e a diretto contatto con chi ha davvero “bisogno di te”.

Unico accorgimento: le responsabilità devono essere proporzionate all’età. Lasciati guidare dal buon senso e sarai certo di fare la scelta giusta per tutti.

Lascia che si annoi

Riempire le giornate di tuo figlio e non lasciargli spazi di solitudine, limita lo sviluppo delle sue capacità creative, non impara a giocare da solo e a ricreare il suo mondo con nuove regole e nuovi personaggi. Lo sostiene da anni Raffaele Morelli, voce e volto noto ai più per i suoi programmi radiofonici, la presenza sul grande schermo e anche per la direzione digitale di riza.it.

La vita non può essere sempre e solo azione. Come tu senti, fisicamente e mentalmente, il bisogno di staccare la spina e rilassarti ascoltando buona musica o guardando un film o anche sorseggiando un bicchiere di vino mentre ammiri la natura che ti circonda, così tuo figlio ha bisogno dei suoi “momenti di noia” da passare sdraiato sul suo letto o sul divano a guardarsi le dita dei piedini.

Riuscire a sopravvivere a un intero pomeriggio in casa senza proposte tecnologiche o da parte dei genitori, spinge i bambini a essere autosufficienti, a trovare il modo di riempire il loro tempo ed essere orgogliosi e soddisfatti delle scelte fatte senza l’interferenza di nessuno: “da soli”.

Trascorri con lui il tuo tempo migliore

Trascorrere tempo di qualità con tuo figlio è fondamentale per la sua crescita e lo sviluppo della sua personalità. È frustrante passare molto tempo insieme ad una persona che non ti ascolta o che non risponde alle tue domande o che si limita ad un sorriso forzato accompagnato ad un “bravo” alle tue richieste di pareri.

Se sei stanco, se stai poco bene, se hai poca voglia di stare con tuo figlio per un motivo qualsiasi, non sentirti in obbligo, né in colpa: tuo figlio capirà. E puoi starne certo perché a lui non interessa avere un pupazzo seduto sul divano che fa finta di giocare: lui vuole un rapporto vero e interattivo, con una persona che lo ascolta, che risponde alle sue domande e pronto a trasformarsi in qualunque cosa richiedano le regole del gioco.

Aiutalo a trovare prospettive

Verrà il giorno in cui tuo figlio ti dirà che vuole lasciare la squadra di calcetto o che non vuole più andare al catechismo o che ha scoperto che non gli piace più il canto ma adora la pallavolo. E tu cosa farai? Potrai “obbligarlo” a tener fede all’impegno preso (facendo leva sui suoi sensi di colpa nel caso in cui tu abbia già affrontato una spesa non indifferente) oppure puoi aiutarlo a non mollare alla prima difficoltà, a riflettere sulle motivazioni alla base della sua decisione, a parlarne con i compagni per capire anche le loro reazioni.

Guardare le cose da nuove prospettive, oltre a portare ad un arricchimento emozionale personale, aiuta anche ad adattarsi e trovare il modo migliore di agire davanti a vari tipi di difficoltà.

Crescere figli felici

Scusati e ringrazia

Nulla ci è dovuto. Ed è bene che anche tuo figlio lo impari in fretta, per evitare che la sua personalità prenda una brutta piega. Ricordati che impariamo per imitazione e non per concetti. Se vuoi insegnare a tuo figlio a perdonare, a essere gentile e altruista, a manifestare la propria gratitudine, tu per primo devi agire di conseguenza.
Le paroline magiche in grado di aprire tutte le porte del mondo sono sempre le solite: “scusa”, “per favore” e “grazie”. Usale con tuo figlio. 

Scusati con lui ogni volta che sbagli. Sei un genitore, non un dio sceso in terra: puoi sbagliare anche tu e riconoscerlo può solo fare del bene sia a te che a tuo figlio.
Le cose non si pretendono, ma si chiedono con gentilezza: è una questione di rispetto, tolleranza e umanità.

E quanto sarebbe più bello il mondo se tutti ne prendessimo coscienza. Ringraziare è salutare, per chi dona e per chi riceve. Ci fa sentire apprezzati e, di conseguenza, ci fa apprezzare maggiormente anche chi e cosa ci circonda. Ringraziare non è un atto di debolezza. Ed è anche uno dei pilastri alla base della buona educazione.

Crescerli è una sfida

Affrontala con un aiuto concreto per curare i tuoi figli e tutelare il loro futuro
Scopri Protezione Junior

Non prenderti sul serio e pensa positivo

Se vuoi che tuo figlio non trascorra intere giornate in casa, da solo, per timore di confrontarsi con i suoi coetanei, abitualo ad affrontare i rapporti in modo creativo: scherza, fai il buffone di corte, ridi di te stesso e non prenderti troppo sul serio.

In questo modo lui imparerà a gestire le amicizie e anche lo stress, quindi anche a migliorare il suo successo sociale. E dulcis in fundo, sono certa che sai perfettamente che la negatività è una strada senza uscita: se tu ti arrabbi, lui si arrabbia e tu ti arrabbi di più, facendo arrabbiare di più anche lui (e così fino all’infinito e ritorno).

Prova ad affrontare i piccoli intoppi quotidiani con propositività, sfodera il tuo sorriso migliore e vedrai i loro occhi pieni di gioia e il vostro rapporto andare a gonfie vele. Tra vent’anni sarà in grado di affrontare in modo più fruttuoso le occasioni che la vita gli offrirà: sarà di certo una persona migliore.

I bambini sono degli eccellenti imitatori. Dai a tuo figlio l’esempio migliore da imitare e riprodurre nel mondo.

Leggi anche: